Quantcast
Channel: Nella MENTE di ZERO
Viewing all 118 articles
Browse latest View live

La mia personale wish list robotica - seconda parte

$
0
0
Rieccomi qui, pronto per continuare la mia personale wish list robotica, ovvero: come dissiperei il mio stipendio comprando robottame vario di dubbia bellezza. Cosa che più o meno faccio già, ma lasciamo perdere e vediamo quali altre figate robotiche piazzerei nelle mie vetrinette Ikea.


Mechagodzilla 
Adorando Godzilla, come posso non amare anche la sua versione robotica? Ne esistono diversi modelli in commercio, che variano da quelli più economici fino ad arrivare a roba inavvicinabile per le mie tasche. Per non parlare dell'edizione speciale in uscita a breve, quella con i colori dell' EVA-01.

Ma volendo c'è pure quello in versione EVA-02


Non chiedetemi del perché di questo mash-up: sono giapponesi.



Dragonzord
Precisamente nella sua versione Legacy -perché l'originale degli anni 90 sono riuscito a trovarlo- per via del nuovo design, più snello e proporzionato, con una maggiore posabilità e l'aria di non essere più un giocattolo plasticoso. Davvero un gran bel pezzo.





Dalung Master
Concludiamo il trittico godzillaformico con Dalung Master, un rarissimo KO (Knock-Off, o taroccone se preferite) di Grimlock, il tirannosauro dei Transformers vintage. Di lui si conosce solo la provenienza koreana; vista la pochezza di pezzi in circolazione, non ho possibilità di poterlo stringere tra le mani. Ne ho trovato solo uno su E-Bay privo della coda-arma, con un prezzo esagerato dato che viene venduto privo di scatola e incompleto. Quindi ciao Dalung.



GARADA K7


Doublas M2
Rigorosamente in coppia, perché non c'è Garada senza Doublas. Sono i mostri robotici più iconici di Mazinga, ed è un peccato che non figurino ancora nella mia collezione. Devo provvedere al più presto.



Soundwave (Masterpiece 03)


Soundwave (Fall Of Cybertron)
Due versioni differenti dello stesso Transformers: una (quella MP 03) che riprende il design del modello originale G1, mentre l'altra (quella di Fall Of Cybertron) è il modello visto nell'omonimo videogioco. Riuscirò a farli miei? Non lo so, perché l' MP 03 è abbastanza costoso anche nell'usato, mentre l'altro devo trovare l'occasione giusta per ordinarlo on-line: alla fine è un giocattolo di plastica, non voglio spendere più del dovuto. Comunque per ora ci fermiamo qui, ma non preoccupatevi che la lista è ancora lunga. Molto, molto, molto lunga. 

Weird Mind Tales #0

$
0
0
Sì ok, c'è stata la partita. Ma cazzomene. Oggi voglio proporvi un nuovo esperimento della Mente, in base alla vostra reazione, potrebbe nascere una nuova rubrica fissa in questo blog. Un viaggio nel terrore, nel mistero, nello strano e nel macabro. Insomma, WEIRD MIND TALES, ovvero dei racconti dai toni decisamente strani e misteriosi. Sperando che vi possa piacere. Buona lettura.


Il colonnello Arthur Brinner non era tipo facile da impressionare, tra le numerose battaglie al quale prese parte, era riuscito a scampare dall'inferno di Majuba Hill, dove l'esercito britannico subì una delle sconfitte più brucianti della prima guerra boera; nonostante la superiorità numerica, i suoi uomini vennero massacrati dai ribelli, costringendo in seguito il primo ministro a concedere ai boeri il controllo della repubblica di Transvaal. Una cosa che il colonnello Brinner non riusciva a superare, per questo motivo, nel settembre del 1882, prese la dura decisione di lasciare l'esercito e ritornare in Inghilterra. Gli sarebbe piaciuto poter tornare a vivere nella villa della sua famiglia nelle Midlands Orientali, poco fuori la città di Derby, ma in quel luogo, quella classica e maestosa English country house, i ricordi più felici della sua vita finivano per essere soffocati dal triste ricordo di lei, Gwendolyn O'Byrne, la figlia dei domestici. Era di una bellezza unica, con una folta chioma bionda e due occhi verdi smeraldo; il giovane Arthur non si sarebbe mai stancato di perdersi in quell'amorevole sguardo. A ricordare quel periodo innocente della sua vita, al colonnello saliva sempre un nodo in gola, che a fatica riusciva a trattenere mentre nella mente gli si balenava il vivido ricordo di quel giorno, l'ultima volta che i loro sguardi si poterono incrociare, prima del suo arruolamento nell'esercito di sua maestà. Lei gli teneva la mano, stringendola più forte che potesse, mentre una lacrima gli scorreva lungo il viso, quasi come se sapesse che non si sarebbero mai più rivisti. Lui invece, non vedeva l'ora di partire, di lasciarsi alle spalle la noia della vita quotidiana. Sognava l'avventura, credendo di partire come ragazzo e di fare ritorno come un vero uomo, forgiato nel corpo e nello spirito. Ma quando tornò, quasi un anno più tardi, ad attenderlo alla villa non c'era più la famiglia O'Byrne, ma un'anziana signora loro lontana parente. Purtroppo, nessuno ebbe il coraggio di far sapere al giovane Arthur, quello che successe durante la sua assenza a Gwendolyn e la sua famiglia: sua madre si ammalò per prima, poi le sue sorelle più piccole, infine suo padre; la famiglia Brinner fu costretta ad allontanarli dalla villa per evitare che potessero contagiare anche loro. Poco dopo, la tubercolosi si portò via tutta la famiglia O'Byrne, lasciando per ultima Gwendolyn, che morì pochi giorni prima del ritorno a casa di Arthur. Da quel momento, il colonnello non volle più tornare alla villa in campagna e si trasferì a vivere nel centro di Derby, in una delle case di proprietà della sua famiglia. Il colonnello era ormai prossimo ai sessanta, ed era rimasto completamente solo; non si volle mai sposare, portando nel cuore il ricordo di quelle estati in compagnia di Gwendolyn, quei pochi frammenti di felicità erano gli unici momenti davvero felici della sua vita. Aveva il terrore di perderli, che magari con il passare del tempo, un'altra donna potesse rubarne il posto o il ricordo. Per questo motivo, dedicò tutta la sua vita all'esercito, trascurando ogni altro valore affettivo, compreso quello della sua famiglia. Divenne freddo come il vento gelido del nord, sfogando la sua frustrazione sul campo di battaglia; sembrava non avesse paura di niente, perfino della morte. Ma forse, nel suo cuore, era proprio questa che andava cercando. Forse, inconsciamente, avrebbe voluto porre fine alla sua vita sul campo di battaglia, come quell'uomo forte e impavido che da ragazzino sognava di diventare, maledicendo quella stupida convinzione che lo spinse ad arruolarsi, lasciandosi alle spalle l'amore di Gwendolyn.
Vedeva la sconfitta di Majuba Hill come un'ultima beffa del destino, come quella dolce e vana morte in guerra che bramava tanto. Tra tutti i giovani soldati che persero la vita, lui venne risparmiato. Forse un atto caritatevole dei boeri verso un uomo anziano, oppure la storia del colonnello Brinner aveva ancora un ultimo capitolo da raccontare. Forse quello più assurdo e inconcepibile.
Era la sera del 23 novembre 1885, quando una misteriosa figura bussò alla porta della casa del colonnello: era una donna molto alta, con una carnagione sbiavida e lunghi capelli neri come una notte senza stelle; gli occhi erano di un grigio glaciale, facendo diventare il suo sguardo freddo e distaccato, come se nulla di ciò che vedeva potesse attirare in lei la benché minima attenzione. Arthur si sentiva quasi a disagio a fissarla, ma la fece entrare ugualmente, poiché diceva di avere una lettera per lui da parte della compianta Gwendolyn O'Byrne. La donna, che non volle dire il suo nome, affermava di conoscere la famiglia Brinner da molto tempo, ricordando delle piacevoli estati passate alla villa di campagna di loro proprietà; asseriva inoltre di essere stata molto amica della povera Gwendolyn e della sua famiglia. E che anzi, era stata egli stessa a darle il compito di rintracciare Arthur Brinner, per consegnargli un messaggio come ultimo saluto. La donna estrasse quindi dalla borsa una lettera, prima di farsi accompagnare alla porta e salutare il colonnello, scusandosi del disturbo. L'uomo non sapeva cosa pensare, erano passati molti anni dalla morte della famiglia O'Byrne e non capiva chi potesse essere quella misteriosa donna, che non solo non aveva mai visto alla villa, ma che dimostrava un'età troppo giovane per poter aver conosciuto Gwendolyn, morta più di trent'anni prima. Altra domanda alla quale non trovava risposta era del perché la lettera non fosse stata consegnata subito alla domestica della villa, imparentata con la famiglia O'Byrne e quindi in contatto con i Brinner. Ma la cosa che lo sconvolse più di tutte, accadde una volta aperta la busta contenente la lettera, quando vide che il foglio di carta al suo interno era completamente bianco. Un senso di angoscia lo pervase, mentre la stranezza della situazione e il mistero legato alla lettera di Gwendolyn gli fecero perdere le staffe. Diede di matto, spaccò il suo bastone da passeggio contro lo stipite del camino, credendo di essere stato preso in giro da quella strana donna in nero. Uscì di casa e si guardò attorno, nella speranza di vederla in qualche angolo della strada intenta a sghignazzare per lo scherzo tirato allo sciocco colonnello. Ma per strada non c'era nessuno. Una volta rientrato in casa, prese in mano la busta contenente la lettera e la strappò, gettandola tra le fiamme accese del camino, con l'intento di lasciarsi alle spalle quella storia senza senso. Ma quando si sedette sulla poltrona, cercando di calmare i nervi, qualcosa attirò la sua attenzione. Il fuoco che fino ad un secondo prima crepitava, smise di bruciare fino a spegnersi, mentre dalle ceneri ancora calde iniziò a formarsi una figura eterea. L'uomo osservava la scena sconvolto, immobilizzato dal terrore. Per la prima volta in vita sua provava paura e raccapriccio. La nube di cenere formò e allungò quelle che potevano essere delle braccia, che si aggrappavano al pavimento trascinando il corpo informe verso la poltrona del colonnello. Arthur urlava con quanto fiato avesse nei polmoni, ma le sue gambe non volevano muoversi, quasi come se qualcuno le avesse legate con una corda invisibile. Si dimenava impotente, cercando di puntare i piedi a terra nel tentativo di ribaltare la poltrona, ma la "cosa di cenere" gli afferrò un piede e in un secondo lo trascinò verso di sé, inghiottendolo all'interno del suo corpo scuro e nebuloso.
Una luce accecante gli impediva di aprire gli occhi, sentiva sulla pelle il tepore del sole estivo e non capiva cosa stesse succedendo. Poi, una voce lo chiamò, mentre il suo cuore per poco non si fermò: era la voce di Gwendolyn. In qualche modo, la "cosa di cenere" lo riportò nel momento esatto in cui vide per l'ultima volta la sua amata. Non poteva e non voleva crederci, ma lei era proprio davanti a lui, bella come se la ricordava, anzi, ancora di più. Il colonnello iniziò a tempestarla di domande, chiedendo se fosse tutto reale, se fosse impazzito o se fosse tutto solo un sogno, che ben presto sarebbe finito con il suo risveglio sulla poltrona davanti al camino acceso. Lei gli sorrise, e lo fece in un modo talmente radioso da far quasi impallidire il Sole. Poi, un dolore al petto mai provato prima. Arthur abbassò lo sguardo e vide il sangue, il suo sangue. Una lancia dei guerrieri boeri era conficcata da parte a parte vicino al cuore. Sentiva i polmoni riempirsi di sangue, mentre attorno a lui la battaglia di Majuba Hill si stava ripetendo ancora una volta; non capiva il come, ma in quei suoi ultimi momenti di vita si sentiva di nuovo felice. In qualche modo l'amore per Gwendolyn esaudì i suoi desideri.
27 febbraio 1881, la strana storia del colonnello Brinner ebbe fine come lui avrebbe sempre voluto.

Le mie squadre di supereroi definitive

$
0
0
Una cosa che da sempre mi piacerebbe leggere sarebbe quella di un universo fumettistico unico, una sorta di mega crossover definitivo, dove i personaggi di ogni fumetto occidentale convivono nello stesso mondo. Sì, per certi versi sarebbe davvero difficile far collidere eventi e situazioni diametralmente opposti tra loro, come ad esempio una Paperopoli o una Topolinia in cui si aggira per le strade un pericoloso Joker, o Lobo. Oppure Batman e Capitan America che menano Macchia Nera o Gambadilegno. O ancora, Braccio di Ferro che prende a pizze in faccia il Dottor Destino. No aspetta, quello sarebbe pure figo. Comunque, ho reso l'idea? Bene, con questa premessa, ho giocato a immaginare quattro squadre di supereroi, tutte formate da membri provenienti dai più disparati universi cartacei. Come la:

SUPREME JUSTICE

BATMAN
Capitanata dal Batman classico, la Supreme Justice sarebbe la mia controparte della più celebre Justice League. La squadra di punta del mio universo immaginario, formata per affrontare minacce di ogni tipo, sempre restando dalla parte della legge.

INVINCIBLE
Invincible ricoprirebbe il ruolo del superuomo con la super forza alla Superman. Giovane e divertente, farebbe pure da spalla comica.

WITCHBLADE
Gnocca da quote rosa. Devo aggiungere altro? Ah sì, sarebbe quella più borderline del gruppo, il che significa che la sfrutterei per le storie più seriose e con risvolti non sempre positivi.

ULTIMATE THOR
Molto più Thor lui che la controparte del vecchio universo classico. Una divinità norrena è d'obbligo nel mio gruppo ideale di eroi. Se Batman è la mente, Thor è il braccio che scaglia il martello contro i nemici.

DAREDEVIL
Semplicemente perché Daredevil è il mio personaggio Marvel preferito. E sono sicuro che andrebbe d'accordo con l'Uomo Pipistrello.

WONDER WOMAN
Seconda quota rosa del gruppo, oltre che essere un'abilissima guerriera. Poi ti quanto è bona la nuova Wonder cinematografica, la Gal Gadot, ne parliamo privatamente in un'altra occasione.

 REVENGERS OF JUSTICE

KITTY PRYDE
I Revengers of Justice, una sorta di Giovani Vendicatori capitanati dalla veterana Kitty Pryde. Immagino l'ipotetica testata con delle storie più "leggere" rispetto a quelle della Supreme Justice, più adeguate ad un pubblico adolescenziale, ricca di riferimenti geek e battute spiritose.

PAPERINIK (PK)
Battute spiritose uscite dal becco del mitico Paperinik, nella sua versione PK. Uno dei personaggi più fighi di sempre, punto.

ATOM EVE
Altra bella fig...figliola. Sarebbe la forzuta del gruppo. Come dalla serie da cui proviene, anche qui avrebbe una storia amorosa con Invincible.

ROBIN
Addestrato da Batman, Robin sarebbe il personaggio più badass del gruppo.

SPIDER-MAN (MILES MORALES)
Lo Spider-Man del defunto universo Ultimate, che preferisco di mondi a quello classico. Sarebbe pure un personaggio di colore, così pure la politically correct me la toglierei dalle palle.

THE LEAGUE

BATMAN (DARK KNIGHT)
La Lega (da non confondere con quella dei tizi con l'elmo con le corna. No, non i vichinghi, che poi sarebbe pure un falso mito storico ma non divaghiamo) sarebbe il gruppo dedito alle minacce più folli, quelle che nessun altro vorrebbe o saprebbe affrontare. Se c'è da sporcarsi le mani, loro non si tirerebbero indietro. Capitanati dalla versione anziana e leggermente pazza di Batman, lo immagino come un gruppo segreto, che si muove nell'ombra.

SHE-HULK
Ennesima quota rosa. Bona e forzuta tanto quanto il cugino.

BLACK PANTHER
Altro personaggio che adoro. Sì, solo per quello entra nel gruppo in default. Il solito raccomandato.

SUPERPATRIOT
Un supersoldato creato dai nazi durante la Seconda Guerra Mondiale, divenuto nel tempo un supereroe a stelle e strisce. Un Capitan America cibernetico e molto meno politically correct. 

X-O MANOWAR
Un Tony Stark velatamente più caz#uto, in Italia se lo ricordano in pochi, ma è un bel personaggio. More info.

THE BASTARDS

THE PUNISHER
Un trio formato da ragazzi cattivi, sporchi e arroganti. Non c'è un capo, non c'è una mente dietro alle loro gesta; semplicemente si fanno giustizia a loro modo.

MARSHAL LAW
Se non conoscete Marshal Law, fatelo subito. Non ve ne pentirete.

MARV
Marv di Sin City è un gran bel personaggio se calato nelle giuste storie.

E queste erano le mie squadre di supereroi definitive; se volete potete immaginare qui sotto pure le vostre, lasciando un commento. L'importante è usare la fantasia.

La vostra opinione su...cosa leggere in vacanza

$
0
0

Estate: tempo di Sole, mare, montagna, ferie, caldo, afa, zanzare, mosche, ascelle pezzate, Studio Aperto ed i suoi servizi con anziani accaldati e belle figure femminili in spiaggia, canzoni latine sfrangiacoglioni, feste, mojito, piscine, bambini col pallone che rompono le palle eccetera eccetera. Sì, siamo nella mia stagione non-preferita, quella che mi fa rimpiangere il piumone e la cioccolata calda. Tralasciando però lo sfogo personale, vorrei sapere da voi cosa e se leggerete durante le vostre vacanze. Siano esse al mare o in montagna, oppure a trovare i neo-extracomunitari inglesi. Insomma, ovunque andrete, cosa leggerete? Avete un buon libro, un fumetto, un racconto scritto da voi o roba simile da consigliare? Ma poi, sinceramente, c'è ancora qualcuno che legge (oltre a intellettuali snob e quindicenni in piena crisi ormonale)? Ah, ho pure scoperto che Fedez, Benji & Fede e quel Matteo, hanno addirittura venduto delle copie dei loro "libri". Deduco quindi che da Ikea abbiano venduto uno stock di STORNÄS con una gamba più corta delle altre. 

Le sorpresine più belle degli anni 90 - prima parte

$
0
0
Non sono sicuro della buona riuscita di questa rubrica, per via della difficile o impossibile reperibilità del materiale o notizie al riguardo; tutta colpa dell'oscura epoca pre-Internet, dove non c'era nessuno che catalogava e salvava tutto su di un server. Difatti, molte delle sorpresine degli anni 90 sono andate perse nel tempo, sparite senza lasciare traccia nel  World Wide Web. Risulterà quindi un compito difficile, riuscire a trovare le più belle sorprese tra ovetti di cioccolato, patatine, merendine, surgelati e chissà che altro; perciò non iniziate a dire manca quello, manca questo. Il viaggio è lungo e cercherò di fare delle ricerche sempre più meticolose, anche se ribadisco fin da subito che questo non sarà un catalogo, con nomi, codici e anni di produzione, per via dei problemi elencati qualche riga più in alto. Ed ora, vi auguro un buon tuffo nel passato.

NAVI ANTICHE

Iniziamo con i bellissimi modellini di navi antiche, si trovavano negli ovetti Kinder all'inizio degli anni 90. Giusto l'epoca in cui fagocitavo cioccolato come se non ci fosse un domani, anche se poi il domani arrivava assieme al dentista.



La linea contava diverse navi di qualsiasi epoca, dalla caravella al drakkar vichingo. Ottimi i dettagli e molto ben fatte.


SOLDATINI

Anche qui, stiamo parlando di un pezzo di storia delle sorpresine Kinder. Non sono riuscito a trovare molte informazioni a riguardo, ma la lega in cui erano fatti variava dal ferro allo stagno. Incredibile l'accuratezza nei dettagli e la quantità di personaggi sfornata nel tempo: soldati di ogni epoca, cavalieri, cowboys, antichi romani e tanti altri. C'erano in oltre le varianti con le basi in plastica, che una volta unite tra di loro, formavano il diorama di un castello.





MINI SCENE

Altra sorpresa uscita dagli Ovetti Kinder ma di cui non ho trovato molto in rete; ricordo il trenino col mini diorama del villaggio indiano, ma ricordo anche di averne avuti molti altri e fatti ancora meglio. Vedremo cosa riuscirò a trovare in futuro.




TRENINI

I trenini Kinder erano e sono tutt'ora, delle piccole meraviglie. Ne avevo davvero a vagonate, anche di modelli più recenti oltre alle vecchie locomotive.


 AUTO D'EPOCA

Vale lo stesso discorso dei trenini; modelli molto ben fatti con cui ho giocato un sacco quando ero alto un metro (ora un metro e tanta voglia di crescere). Devo ammettere che molte di queste macchinine avevano dei dettagli come neppure le Micro Machines.



 AEREI

 Abbiamo capito che la Kinder vinceva a mani basse con i suoi modellini in microscala dei veicoli.





 DINOSAURI Mr. DAY

Una delle cose più fighissime che mi ricordi della mia infanzia. All'epoca ero in piena fase Jurassic Park e Piero Angela (cliccate per saperne di più), poi arriva a casa mia nonna con le merendine nuove, dove trovo all'interno un dinosauro. Ciaone. Sorpresine così non le trovi più. Purtroppo.


 LIBROMANIA

Ricordo con piacere il periodo in cui la Mulino Bianco, prima di divenire il rifugio d'amore di Banderas e la sua gallina, sfornava assieme alle merendine, pure delle sorprese davvero molto carine. Una tra le tante è la serie dei Libromania, piccoli contenitori di plastica a forma di libro con all'interno qualsiasi cosa. Matite colorare, gommine per cancellare, mappe geografiche e giochi da tavolo in miniatura.



 MANINE APPICCICOSE

Queste non hanno bisogno di nessuna presentazione. Erano l'incubo di ogni mamma o bidella. Se poi la mamma faceva la bidella, l'incubo valeva per due. Sono sicuro che nella mia vecchia scuola, sul soffitto ci siano ancora due o tre di queste manine.

L'UOMO RAGNO DELLE PATATINE

Concludo questo primo viaggio tra le sorpresine più belle degli anni 90 con una chicca. Quanti di voi si ricordano dei personaggi dell'Uomo Ragno che si trovavano nelle patatine San Carlo? Io trovavo sempre Hobgoblin e Rhino. Avevo un esercito di Hobgoblin e Rhino. All'epoca odiavo Hobgoblin e Rhino.

Blogger from Hell

$
0
0


Che poi, mica posso considerarmi un blogger, quello è un lavoro serio, da fashion stylers (spero si scriva così), da cuochi imparati dalla sorella della Parodi, da tutta quella gente che non sono io. Perché fatico anche solo a capire del perché ci siate voi a seguirmi; insomma, chiariamoci, di blog con più contenuti del mio ce ne sono a centinaia, forse a migliaia. Non scrivo post tutti i giorni, anche se appena posso sono sempre qui su: vuoi per il poco tempo che ho per scrivere, vuoi perché molto spesso non sappia nemmeno di cosa scrivere, mettici pure che sono pigro e che nella vita di tutti i giorni faccia un lavoro fisicamente pesante. Poi sono pure un polentone padano, quindi non ho scusanti. Però volevo informarvi che nonostante non sia sempre qui a sfornarvi roba da leggere, io vi penso sempre. Aspè, così suona brutto. Rifacciamo: io penso sempre che nonostante sia un piccolo e misero blog, ci siete voi, miei pochi ma buoni lettori. E questo mi da soddisfazione. Il blog è un diario visibile a tutti, dove ognuno può scrivere liberamente di quello che vuole, dove non ci sono vincoli se non il proprio buon senso. Qui non c'è Zuckerberg e il suo esercito di cyber-police a bloccarvi il profilo per un mese. Per questo mi piace bloggare, perché nonostante non mi perda in sproloqui e discorsi populisti di geo-politica, sono libero di fare quello che voglio. Sì ok, c'è la Cookie Law, ma chissene se ci controllano il traffico dati, già lo sanno che ci piacciono i siti zozzi, anche se cancelliamo le cronologie. Comunque, il succo di tutto questo discorso è semplice: mi scuso se non sono sempre attivo, se non scrivo roba tutti i giorni e se quello che pubblico sembrano i deliri di una persona mentalmente instabile -cosa assolutamente vera, peraltro- ma tranquilli, d'ora in poi le cose saranno diverse. Nel senso che scriverò ancora meno perché come ogni estate, nelle lande gelide del Nord, arriva l'afa, che trasforma le distese di frumento e le città grige e tetre in gironi infernali, dove per uno spiraglio d'aria fresca vige la legge del più forte. Dove l'istinto di sopravvivenza prevale e spoglia le persone di ogni dignità, facendo uscire di casa gli uomini in canotte improponibili, con pantaloncini spartipalle e infradito con annesse unghie da velociraptor; mentre le ragazze, Odino le benedica, mostrano finalmente le loro grazie. Se quindi la calura padana non sarà troppo eccessiva da far sembrare il mio PC un reattore nucleare prossimo al collasso, tornerò a scrivervi più spesso. Fino a quel momento, buona calura brutta gente. 

Robot Spirits #127 - Aura Battler Dunbine - La Fotorecensione

$
0
0
Ed ecco che ritorna la rubrica delle fotorecensioni; oggi volevo mostrarvi l'ultimo arrivato nella mia collezione robotica, il Dunbine della Bandai Tamashii Robot Spirits. Un robottone da noi quasi sconosciuto, colpa della non messa in onda della serie. Per farla breve: Aura Battler Dunbine (in origine Seisenshi Dunbine聖戦士ダンバイン) è una serie prodotta dalla Sunrise e creata dal celebre Yoshiyuki Tomino, che mescola tematiche fantasy a combattimenti a bordo di mech insettiformi. Per saperne di più. Detto ciò, diamo inizio alla carrellata di foto.
 




La confezione è molto semplice, senza troppi fronzoli, lasciando vedere quasi interamente il robot attraverso la vetrinetta.



Una volta aperta la confezione questo è il suo contenuto. Il Dunbine si presenta privo delle ali, da montare in un secondo momento, le sei mani di ricambio, le varie armi e quei cosi rossi che poi vi dirò a cosa servono.


Abbiamo poi le istruzioni, in un pratico giapponese capibile da tutti, la pubblicità di un secondo robot della serie (sì sono modelli vecchiotti) e l'effetto minchiapotenza da infilare sulla spada. Una cosa che manca e che servirebbe al modello è un piedistallo, in modo da poterlo mettere in assetto volo. Non ne capisco l'assenza, probabilmente era venduto separatamente.


Eccolo appena uscito dalla confezione, privo delle ali e senza le varie armi in dotazione. Il modello è alto circa quindici centimetri, in plastica e molto leggero.



Incastrare le ali mi ha fatto sudare freddo, sembrava che mi si spaccasse tutto in mano. Invece dai, mi è andata bene.



Le prime armi provate sono la coppia di mitragliatori, da incastrare agli avambracci del Dunbine.


L'elsa della spada va invece montata sul fianco destro del guscio, o come si chiami il pezzo sulla schiena del robot insettiforme.



Ecco invece l'effetto minchiapotenza della spada.


Aprendo il torace si scopre l'alloggiamento del pilota, non presente in questa versione della Bandai, ma nel giocattolo degli anni 80 invece sì. Lo dico perché ho pure quello, nonostante non l'abbia fotografato nel momento della fotorecensione. Chiedo venia.



All'inizio del post, quando elencavo il contenuto della confezione, ho nominato questi due cosi rossi. Bene, sfogliando le istruzioni ho scoperto che andrebbero incastrati sotto ai piedi del Dunbine, attaccandoli in seguito alle spalle di un altro modello della serie, il Billbine, che in modalità volatile fungerebbe da mezzo di trasporto per il Dunbine. Credo.



In conclusione, questo Dunbine della Bandai Tamashii è davvero un gran bel pezzo. Ovvio, è un robottone molto di nicchia dalle nostre parti, ma grazie ad un prezzo contenuto e l'alta qualità, risulta difficile per un appassionato di mecha non aggiungerlo alla propria collezione.

Il ritorno della Mente

$
0
0
Vi starete chiedendo che diamine sia successo alla Mente; come mai ho passato più di una settimana senza farmi vivo, senza scrivervi nulla. Possibile che mi fossi dimenticato di voi? No, assolutamente. Più semplicemente ero in ferie: ciò significa che tra una risonanza magnetica alla schiena, qualche giro nei dintorni e il concerto degli Iron Maiden, il resto del tempo lo passavo a poltrire, come giusto che sia. Poi però, quando mi sono deciso di buttare giù qualche riga sul blog, magari parlando del concerto o delle novità del San Diego Comic-Con 2016, mi sono ritrovato a fissare un monolite privo di vita. Il mio caro e vecchio HP di seconda mano era morto. Così, senza neppure un ultimo saluto, semplicemente non si è più acceso. Ho provato invano a rianimarlo, ma non c'è stato più nulla da fare. Ora vi scrivo dal mio nuovo Acer; un modello semplice semplice, economico e senza troppi fronzoli. Che io non sono uno smanettone del PC, non ho bisogno di prestazioni grafiche o altro, a me basta che ci sia una tastiera per scrivere. Per ora è tutto, ci sentiamo nei prossimi giorni, giusto il tempo di preparare qualche nuovo post. 

 Giusto per farmi perdonare.

Kong: Skull Island, il trailer

$
0
0
Tra i vari trailer mostrati al San Diego Comic-Con di quest'anno, oltre ai film e alle serie TV dei supereroi Marvel e DC, è stato proiettato quasi in sordina il primo trailer del nuovo King Kong. E? E mi ha messo addosso una scimmia grossa così:



Con un cast stellare, partendo dal belloccio Tom Hiddleston, la molto più che belloccia Brie Larson, il solito Samuel L. Jackson, il mitico John Goodman e Toby Kebbell, il film è il reboot del classico King Kong, ambientato durante gli anni 70. A dirigere il tutto è il giovane regista Jordan Charles Vogt-Roberts, famoso per film del calibro di...ehm...comunque il trailer mi è piaciuto. Il design di Kong riprende quello originale, in posizione eretta, mentre quello delle varie creature che abitano l'isola rimane ancora un mistero; si intravede giusto quello che sembrerebbe essere un ragno gigante, le ossa di vari dinosauri e la tribù indigena. Nonostante la pochezza di notizie riguardanti la pellicola, è già stato confermato che questo Kong: Skull Island sarà ambientato nello stesso mondo del Godzilla di Gareth Edwards. Sì, avete letto bene, perché se non lo sapete, attorno al 2020 uscirà nelle sale il remake di quest'altro film:

 Ho una scimmia sulla spalla che Kong in confronto è un peluche della Trudi.

Creepy Mind #2

$
0
0
Rieccoci pronti per una nuova puntata della rubrica Creepy Mind; se vi state chiedendo di cosa si tratti, sappiate che non è altro che una raccolta di fatti "particolari" accaduti al sottoscritto, ma volendo, potreste raccontare pure una vostra esperienze, nel caso ne abbiate avuta una. Prima di leggere questo episodio, vi confesso che fino all'ultimo ero combattuto se raccontarvelo oppure no. Questa è una di quelle storie che hanno davvero dell'incredibile, uno di quei racconti al quale nessuno potrebbe mai credere. Neppure io che l'ho vissuta in prima persona.


Avevo più o meno dieci anni, ero da poco ritornato a vivere nel mio paese natale, dopo qualche anno passato in una corta di campagna poco fuori ad un paese nelle vicinanze. La casa era piccola e a pianterreno, con un portico su di un fianco e il giardino tutto attorno, il tutto circondato dalla recinzione e poco più avanti dalla casa dei proprietari, essendo in origine costruita per ospitare la vecchia madre di uno dei due padroni. Da quello che sono riuscito a scoprire, la signore non dovrebbe aver fatto in tempo a trasferirsi, venendo a mancare quasi in concomitanza con la fine dei lavori. Ho scritto della signora, ma non è detto che l'episodio che vado a descrivervi sia collegato ad essa, comunque: il tutto si svolse una mattina, prima di andare verso scuola, mentre aspettavo che mia madre finisse di fumare la sigaretta fuori, sotto al portico. Avevo l'abitudine di giocare inginocchiato davanti al divano, utilizzandolo come campo di battaglia per i miei Action Man, dando le spalle al resto della stanza. Il divano era angolare, posto nella parte destra destra della sala entrando dalla porta principale; sopra di esso, oltre ai giocattoli, c'era una coperta ripiegata su di un bordo, al centro della stanza si trovava un tavolo, mentre sul lato opposto al divano il mobile della TV. Come ho scritto poco sopra, ero impegnato nella solita guerra mattutina tra Action Man e Dr. X, mentre mia madre era fuori dalla porta principale a fumare, dentro casa c'ero solo io, intento a giocare e nulla faceva presagire che da li a poco, mi sarei cacato addosso. 
Il tutto si svolse all'improvviso; una manciata di secondi indelebili che non sono mai riuscito a spiegarmi. Ricordo perfettamente l'attimo in cui passai da vedere le mie mani stringere i giocattoli, per poi vedere me stesso di spalle, come se mi stessi osservando dal fondo della stanza. Durò un paio di secondi, ma l'opprimente sensazione di malessere mi è rimasta impressa. Vedevo me stesso e non riuscivo a concepire cosa stesse succedendo, era come se mi stessi guardando con gli occhi di qualcun altro; il punto di vista era poco più alto del pavimento, come se fossi accucciato a terra, per poi alzarsi una frazione di secondi dopo, mentre mi sentivo spinto verso di me. Non sono sicuro di essermi spiegato bene, ma risulta davvero difficile descrivere questa cosa, questo vedere con lo sguardo di qualcos'altro, il sentire quella sensazione malevola e pesante addosso. Come ho già scritto, il tutto è durato pochi secondi, poi mi sono sentito spingere come se mi stessi correndo incontro, attraversando in un attimo la stanza. Quello che successe dopo non lo riesco neppure a spiegare, contemporaneamente mi sono ritrovato normale e come ho fatto per girarmi per andare verso la porta principale da mia madre, lei è entrata in casa, ma neppure il tempo di girarmi e urlare che le coperte appoggiate sul divano sono state come schiacciate da qualcosa, che poi mi è passato davanti agli occhi come un'ombra nera. Faccio senza dirvi le mie urla, mentre mia mamma cercava di consolarmi, dicendo che era stata solo la mia immaginazione e le solite frasi del genere. Lei non ha visto nulla, poiché qualsiasi cosa mi sia successa è finita nell'esatto momento in cui ha aperto la porta. Io non so che cosa credere, sono sicuro di quello che ho vissuto e questa cosa mi ha in qualche modo segnato; per giorni ho faticato a prendere sonno e il mio interesse per l'occulto e il mistero è nato proprio da questa spiacevole avventura. Sono un pazzo? Ho veramente immaginato tutto? E se fosse tutto vero, che diamine è successo? Di sicuro una risposta non la so dare, dato che non successe più nulla del genere nei due anni seguenti in cui vissi in quella casa.

 Bene, spero che la rubrica vi continui a piacere, magari incentivandovi nel caso a raccontare un vostro incontro con il mondo del mistero.

Fan DC vs Rotten Tomatoes: la pagliacciata

$
0
0

Non sono un amante dei film con i supereroi, vado raramente al cinema e snobbo la maggior parte dei blockbuster. In poche parole sono un pessimo nerd blogger, ma quando oggi ho letto della petizione messa in atto dai fan della DC nei confronti del sito Rotten Tomatoes, accusandolo di aver recensito negativamente il tanto atteso Suicide Squad, chiedendone addirittura la chiusura, qualcosa in me ha fatto crack! Erano le palle.

Esiste davvero gente che pur di difendere un film, bello o brutto che sia, è disposta a perdere tempo in una crociata inutile e sinceramente idiota? Evidentemente sì. Mi è successo svariate volta, parlando con fan DC o Marvel, di confrontarmi sui film tratti dai rispettivi fumetti, ed ogni volta è sempre la stessa storia: una caccia all'eretico, dove chi non la pensa come loro è uno sciocco e verrà punito con la Culla di Giuda. Odio il fanboysmo estremo, quella frangia violenta e ritardata che vuole difendere a tutti i costi il proprio culto, che non accetta che qualcuno la pensi in modo diverso dal loro, che non si può dire che quel tale personaggio/film/attore/sua madre/fumetto/storia/videogioco a te non piaccia. Perché nel caso Suicide Squad abbia guadagnato in breve tempo un punteggio del 33% su Rotten Tomatoes -un sito che raccoglie le recensioni fatte dagli utenti, calcolando la media in percentuale- significa solo una cosa: il film non è quel capolavoro che stavi tanto aspettando, mio caro fanboy di sta espressione dialettale per indicare l'apparato riproduttivo maschile. E se tu e tu e tu, financo i vostri cugini di terzo grado, vi mettete assieme per creare una petizione chiedendo di chiudere un sito solo perché ha bocciato il "vostro" film, be', complimenti, siete messi bene. Perché nel caso raggiungiate il vostro obiettivo, facendo oscurare un sito di recensioni per colpa di recensioni negative, allora potreste far chiudere anche intere testate giornalistiche, blog e programmi televisivi, nel caso recensiscano o parlino male di qualcosa a voi caro. Facendo il vostro gioco, dovremmo allora chiudere Internet e sigillarci in casa, per evitare di respirare la stessa aria di chi la pensa in modo diverso dal nostro. Ma per fortuna c'è la libertà di parola, quindi posso dirvi che a me, dei film tratti dai fumetti, in linea di massima non frega un pene. Quindi, fanboys di qualsiasi tipo, imparate una cosa: che se un film prende il 33% su Rotten Tomatoes non finisce il mondo. Però è facile che sia un film di merda.

Vacancy for me

$
0
0


Ebbene sì, sono in ferie. Le ultime prima del prossimo anno, quindi nonostante non faccia nulla di speciale, vedendo poi che l'afflusso sul blog è entrato nella classica calma estiva, ho deciso di staccare per qualche giorno la spina. Sì, sono pigro e l'estate mi toglie la voglia di vivere, spero mi vogliate bene ugualmente. Buone vacanze a tutti brutta gente.


Si torna a bloggare

$
0
0
E anche le mie ultime ferie del 2016 sono finite. Che bello. Non ho fatto molto, anzi, non ho fatto proprio nulla di speciale, nessun viaggio troppo distante o avventura di qualsiasi tipo. Diciamo che l'ho presa con calma, giusto qualche gitarella in giornata nella sempre afosa palude padana. Sono andato al cinema a vedermi Il Drago Invisibile, il nuovo film Disney, che incredibilmente mi ha convinto. Poi ho iniziato a viaggiare nello spazio profondo con No Man's Sky, che per i pochi che non lo conoscono è tipo il videogioco più famoso del momento, dopo Pokémon GO, ovviamente. Ah, parlando di Pokémon, ho visto che quelli nuovi sono abbastanza bruttarelli, ma tanto io preferisco i Digimon e quindi anche questi due nuovi Sole e Luna mi rimangono sullo scaffale del negozio. Le sedute dal fisioterapista sono sempre più piacevoli, per lui, che prima mi ha appeso per i piedi e tenuto a gambe aperte e col sedere per aria, poi mi ha fatto alzare in piedi e mi ha detto di piegarmi a 90°, dicendo che così poteva manipolare al meglio la mia schiena. Sarà, ma comunque la prossima volta porto le mutande di ghisa. Per il resto niente di nuovo, solite cose. Ah sì, ho finito di guardare la prima stagione di Preacher. 

Con questa espressione.

Fake in China 8: tarocchi suicidi

$
0
0
Eccomi di nuovo qui con voi, con la nuova entusiasmante, fantasmagorica e altri aggettivi che si trovano solo leggendo Topolino, stagione della Mente di Zero. Per farmi perdonare della lunga pausa estiva ho deciso di farvi dono di un nuovo episodio della serie Fake in China, l'unica rubrica fatta al 100% di plastica tossica e materiali radioattivi.

Da notare dove si trova il grilletto della Spider-Pistola.

Batman ha fatto finalmente coming out.

Ultraman ha invece dei forti disturbi della personalità.

Ma pure Spider-Man non scherza.

Megazord non sei nessuno.



Una famiglia emancipata. Forse anche troppo.

Povero Raffaello, che brutta fine che ha fatto.

Pensavo che non ci fosse nulla peggio delle Croc, invece...

Ho sempre detto che Ronald McDonald non me la raccontava giusta.

Batman e Wonder Woman campioni di robot dance.



Gli altri Fake in China:

   Gli speciali:

10 serie animate dimenticate degli anni 90

$
0
0
Per chi, come me, è cresciuto negli anni 90, la TV dei ragazzi è stata una buona amica, con una vastissima scelta di cartoni animati, che tra uomini tigre, pescatori dalle orecchie a sventola e paperi mascherati, avevamo davvero l'imbarazzo della scelta . Però, perché c'è sempre un però, tra tutta questa vasta gamma di serie animate, siamo sicuri di ricordarcele tutte? Io non credo, per questo motivo ho deciso di scavare affondo nella mia memoria, poi ancora più affondo sull'internetto, alla ricerca di 10 serie animate dimenticate degli anni 90. Et Voilà!

Brividi e polvere con Pelleossa
  (Tales from the Cryptkeeper)
Più che dimenticato, diciamo che la sua controparte in live action ha avuto molta più notorietà: ricordate"I racconti della cripta" con Zio Tibia?
Ecco, magari non tutti sapevate che Brividi e polvere con Pelleossa sarebbe la serie animata dello Zio Tibia, andata in onda a partire dal 1995 sulle reti Mediaset. Comunque: ricordo poco del cartone, giusto qualche flash, ma la sigla cantata dalla Cristina nazionale mi è rimasta impressa nella testa per tutto questo tempo.

 

Dinosaucers
Una serie lasciata incompleta, nonostante i 64 episodi della prima e unica stagione, dalle nostre parti è passata giusto un paio di volte nei primi anni 90, su Italia 1 e Odeon TV. Poi l'oblio. La storia vedeva contrapposte due razze aliene di dinosauri antropomorfi, i fighissimi Tyrannos e il gruppo dei Dinosaucers. Ricordi vaghi e niente più, forse sarebbe il caso di dargli una possibilità, se solo riuscissi a trovarla in qualche landa sperduta dell'Intenet.

Papà castoro 
(Les Histoires du père Castor)
Questa quando ero un boccia la guardavo con molto piacere; per chi non la conoscesse, la serie girava attorno a una famiglia di castori, dove il padre raccontava in ogni puntata una storia diversa ai suoi tre figli. Andata in onda sulle reti Rai per tutti gli anni 90, non so bene quando abbiano smesso di trasmetterlo, magari su qualche canale per bambocci lo trasmettono ancora. Ah, quasi dimenticavo, la sigla mi ha sempre messo un sacco di angoscia, quasi al pari di quella di "Chi l'ha visto?".


Allacciate le cinture! Viaggiando si impara 
 (The Magic School Bus)
Mamma mia che botta di nostalgia, adoravo alla follia questo cartone. Una sorta di versione americana dei cartoni creati dal maestro Albert Barillé, dove una maestra e la sua classe utilizzavano uno scuolabus magico per viaggiare in ogni dove, sia nel tempo che nello spazio, facendo imparare in modo divertente diverse materie. Ho imparato di più con questo cartone che in tanti anni di scuola dell'obbligo. Venne trasmesso sulle reti Mediaset a partire dal 1996, oggi non se lo ricorda quasi nessuno. Purtroppo.


Cadillacs e dinosauri 
(Cadillacs and Dinosaurs)
Ne parlai mille anni fa nel primo Venerdì coin-op (che prima o poi torna), la serie di soli 13 episodi è andata in onda una sola volta nel lontano 1994, sulla solita Italia 1. Ispirata alla bellissima serie Xenozoic Tales (pure di questa mi piacerebbe un giorno parlare) è ambientata in un futuro post-apocalittico, dove tra le macerie della nostra civiltà, sono tornati a regnare i dinosauri. Non perdonerò mai il bastardo che ha bloccato la serie a metà, senza dargli un finale e rendendola quindi inutile.


Una giungla di stelle per capitan Simian 
 (Captain Simian & the Space Monkeys)
Altro cartone che non si ricorda praticamente nessuno, neppure io. O almeno, ricordo i giocattoli, ma nulla più. Comunque era il 1997, solita Italia 1, ma questa volta a cantare la sigla era Enzo Draghi e le sue grosse banane.


Pepper Ann
Sia Pepper Ann che il prossimo cartone sono due perle assolute: andate in onda nello stesso periodo all'interno del programma Disney Club (poi Club Disney), dal 1997 fino all'inizio degli anni 2000, Pepper Ann e Ricreazione sono l'esempio perfetto di cartone per tutte le età.Il primo racconta le vicende della rossa Pepper Ann ed i suoi migliori amici, mettendo in risalto il suo carattere esuberante e determinato, contrapposto alla sua coscienza, che le parla attraverso la sua immagina riflessa. Nonostante la parvenza leggera e superficiale, Pepper Ann è una serie profonda, che con ironia sdrammatizza diversi temi legati all'adolescenza.

Ricreazione
(Recess)
Ricreazione è invece incentrato negli anni delle scuole elementari, dove un gruppo di amici si ritrova a vivere le proprie avventure durante, appunto, la ricreazione. La serie mostra in modo irriverente il rapporto che c'è tra bambini e adulti, dove per adulti si può intendere anche chi è poco più grande dei protagonisti, come il Re del Cortile, un ragazzino dell'ultimo anno delle medie. O come i bambini selvaggi dell'asilo, mostrati come se fossero una tribù indigena con pitture facciale e un loro linguaggio. Ogni personaggio della serie rappresenta un diverso tipo di personalità; c'è la nerd, il maschiaccio, lo sportivo, il timido, il ragazzo sovrappeso, lo spione e così via. Se non la conoscete, cercatela e gustatevela, non ve ne pentirete.

Le avventure del bosco piccolo
 (The Animals of Farthing Wood) 
Conosciuta anche come Volpe, Tasso e compagnia, ma pure "Il cartone più macabro del mondo", è andato in onda sulle reti Rai dal 1993, lasciando dietro di se una lunga scia di bambini traumatizzati. Il cartone narra le dis-avventure di un gruppo di animali in fuga dal loro bosco, per colpa della continua caccia dell'uomo e della sua incuranza verso la natura. In ogni puntata moriva qualcuno, ma non moriva e basta, finita lì. No, i bastardi ti facevano vedere tutta la sofferenza necessaria per mandarti in analisi per qualche anno. Come la puntata dei topini e mamma topina, oppure del fagiano, che un momento prima diventa amico della compagnia, poi per salvarli viene prima ucciso e poi cucinato, con tanto di scena in cui lo si vede in padella. Grazie per i fot*uti incubi. 

Cip & Ciop agenti speciali 
(Chip 'n Dale Rescue Rangers)
Di questa ricorda davvero pochissimo, ma sono sicuro di aver visto un episodio non molto tempo fa su Sky, forse. Comunque ci sono Cip e Ciop vestiti uno come Indiana Jones e l'altro come Thomas Sullivan di Magnum, P.I. che risolvono misteri, scoprono cose e vedono gente. Sigla.


5 band assurde

$
0
0
Il metal, anche conosciuto come la musica del Diavolo, non è fatto solo di teste di caprone, pentacoli, croci rovesciate, urla, sangue, budella e gente che scuote i capelli. No, è fatto pure da band fuori di testa per altri motivi, che non sono i sacrifici umani o il dare fuoco a qualche chiesa. Eccovi quindi 4 band metal -più un'infiltrata d'eccezione- più assurde del mondo.

Hatebeak
Si formano nel 2004, non suonano nemmeno mezza volta dal vivo e si sciolgono nel 2009; sembra la classica storia di una qualsiasi garage band sfigata, ma gli Hatebeak hanno lasciato ugualmente il loro segno nel panorama della musica death metal. Perché? Perché il cantante era un pappagallo.



Caninus
Anche qui stiamo parlando di un gruppo passato alla storia, un deathgrind come non si era mai sentito prima del 2003, anno in cui si formò il gruppo. Infatti, alla voce c'erano due belle e grintose pitbull. Purtroppo però, le cose belle finiscono sempre alla svelta, con solo tre album pubblicati, uno dei quali in collaborazione con gli Hatebeak e l'altro assieme ai Cattle Decapitation, i Caninus si sciolgono nel 2011, alla morte di una delle due pitbull.



Okilly Dokilly
Non sono una band metal, ma come si definiscono loro, sono la prima e unica band nedal al mondo. Sì, Okilly Dokilly è un gruppo formatosi nel 2015 a Phoenix che si veste come Ned Flanders, il vicino di casa della famiglia Simpson. Giusto se non si fosse capito. Dei geni.



Peelander-Z
Il post avrebbe dovuto chiamarsi "5 band metal assurde", ma avrei dovuto lasciare fuori i Peelander-Z, visto che sono un gruppo punk. Comunque: giapponesi di nascita, si vestono in modo poco sobrio dal 1998. Belli belli.



Hevisaurus
La Finlandia è proprio un bel paese, soprattutto dal 2009, quando si sono formati gli Hevisaurus, la prima band metal formata da dinosauri. Il gruppo è pensato per un pubblico di bambini, ma hanno fatto breccia nel mio cuoricino da vero uomo adulto.

Una storia futura

$
0
0


Ti risveglio dal sonno mnemonico, con un mal di testa che quasi ti uccide; fatichi a riprenderti, tanto che sei costretto a prendere una di quelle pillole della MINDLESS-LAB™ per riuscire in tempi brevi a bloccare il senso di nausea e vertigini. Ingoi la pillola e chiudi gli occhi, mentre il mondo attorno a te smette lentamente di vorticare. Cinque minuti dopo sei in piedi, la nausea è passata e ti appresti ad andare al lavoro; sei in anticipo sulla tua tabella di marcia, sono appena le nove di sera, hai tutto il tempo necessario di passare per la città vecchia a prendere uno di quei Banh Mi fatti sul momento da Whu, il vecchio vietnamita amico di tua nonna. Mentre prendi l'ascensore per arrivare al piano terra, ripercorri col pensiero la scaletta del sonno mnemonico: eri partito con un ricordo della tua infanzia, uno di quelli che avevi completamente rimosso. Era il 2023, avevi sette anni ed era il periodo di Natale; all'epoca credevi ancora al vecchio pancione vestito di rosso che portava i regali scendendo dal camino. Bei tempi quelli dell'innocente ignoranza, dove il mondo aveva ancora un velo di magia, dove non sapevi cosa fossero l'inquinamento della mesosfera, lo scioglimento delle calotte polari ed il virus JJ03-POSITIVO. Un mondo migliore di quello che hai scoperto qualche anno più tardi. Stai comunque ricordando di quel giorno, poco prima di Natale, quando alla TV passarono la pubblicità di "Ghor, l'alieno robotico amico dei bambini", un robottino con una primordiale intelligenza artificiale in grado di pensare come un bambino vero. Ai tuoi occhi, Ghor era il regalo più bello che potesse portarti Babbo Natale. Finalmente avresti smesso di giocare da solo, avresti avuto un amico con cui parlare e divertirti, uno vero, non immaginario come quelli che avevi all'epoca. Hai cercato in tutti i modi di far capire ai tuoi genitori cosa dovesse portarti il vecchio pancione in rosso, li hai supplicati di mandare un'altra letterina dove promettevi di fare ancora più il bravo a scuola, che ti saresti lavato i denti tutti i giorni, che non avresti mai più detto parolacce e che non avresti più preso a calci il gatto del vicino, se solo avessi ricevuto "Ghor, l'alieno robotico amico dei bambini". E porca merda, il vecchio panzone ti portò uno stupido gioco per la Play5.

Ora che sei seduto in macchina, bloccato nel traffico perenne della città, ti rendi conto che nella vita non hai mai combinato nulla di buono; a quest'ora avresti potuto essere altrove, col culo dietro ad una scrivania, con una bella segretaria e un lavoro redditizio, se solo avessi ascoltato la testa e non il cuore. Dannati sentimenti. Il sogno mnemonico funziona così, cerca in modo randomico dei ricordi nel tuo cervello, anche quelli più profondi, poi crea una playlist e te la spalma in HD dritta nei circuiti dopaminergici. Il tutto grazie al MORFEON™, la macchina dei sogni perfetta, il regalo che ti sei fatto cinque anni fa, quando LEI ti ha lasciato. Eri talmente uno straccio che hai pensato diverse volte di farla finita, ma sie sempre stato uno sfigato senza palle, quindi hai preferito spendere buona parte dei tuoi risparmi per chiuderti a guscio e lasciarti soffocare dai ricordi: ecco quindi che nella tua miserabile vita è entrato il dispositivo mnemonico MORFEON™. Nel primo periodo passavi intere giornate attaccato a quel coso, pescando solo i frammenti felici della vostra vita assieme; una cartella piena di file con nomi da ritardato come: "Io e lei al mare luglio 2038", "Il mio grande amore e io gennaio 2039" o "La nostra prima volta", il tutto condito da piccoli spezzoni di vita quotidiana. Uno schifo, ma per fortuna tutto è finito il giorno in cui ti sei dimenticato di selezionare solo i ricordi belli, ritrovandoti a rivivere il momento esatto di quando ti lasciò come un povero stronzo. Ci volle più di una pillola della MINDLESS-LAB™ per riportarti sulla Terra, accompagnate da abbondanti dosi di alcool e nicotina. Decidesti allora di cancellare quei momenti dal database mnemonico, bloccando alla macchina ogni possibile accesso a quei determinati ricordi. E pensare che per lei hai lasciato perdere la tua promettente carriera da narrowcaster, nonostante ti fosse stata promessa una scrivania e un ufficio tutto tuo. Ma tu no, hai dovuto buttare tutto al vento, perché avresti dovuto cambiare città e lei non avrebbe mai mollato il suo lavoro. Hai preferito sacrificare la tua carriera pur di starle vicino, ed infatti pochi mesi dopo ti ha dato il ben servito, rinfacciandoti di non darle abbastanza attenzioni. Molto probabilmente era un modo carino per dirti che si scopava un altro; ma a te ora poco importa, ora hai un nuovo lavoro che ti permette di conoscere gente nuova, di poterti fare tutti quegli amici che non sei riuscito a farti quando eri bambino. Ora fai il personal branding manager, fai il turno di notte e sei in contatto con persone da tutto il mondo, persone con grossi problemi di autostima che si sentono esclusi dalla vita sui social network. Gente come te, scontenta della propria esistenza, che cerca una possibilità di risalto tra miliardi di profili personali tutti uguali; questi sono gli anni in cui il boom della realtà virtuale ha reso il 30% della popolazione mondiale dei disadattati, dove il tasso dei suicidi per colpa della poca notorietà è sempre più alto, sono gli anni in cui se non sei nessuno in rete non sei nessuno neppure nella vita vera. E questo fa di te il loro salvatore, la loro unica possibilità di poter diventare qualcuno nel nuovo mondo digitale. Passi ore intere a parlare con loro, a conoscere le loro storie, a consolarli e aiutarli a ricrearsi da zero. E questo si collega al tuo secondo sogno mnemonico: era il 2034 e all'epoca frequentavi il primo anno di college, per questo ti sentivi in qualche modo adulto, pronto per fare le tue prime esperienze lontano dall'ala protettrice di tua madre. Quello che allora non sapevi, è quanto potessero essere stronzi quelli dell'ultimo anno, specialmente con i ragazzi più ingenui, le pecorelle senza difese davanti ad un branco di lupi famelici. Il tutto successe durante una pausa pranzo, sembrava una giornata come le altre, tu seduto su di una panchina in silenzio a ripassare gli appunti della lezione. Poi qualcuno ti prende dalle mani il tablet olografico e inizia a correre, tu lo rincorri pensando si tratti di un ladro ma quando svolti l'angolo ecco che ti si parano davanti cinque armadi: sono quelli dell'ultimo anno, sono grossi, stupidi e dietro di loro c'è il ladro di tablet assieme a tutta la loro compagnia. Tu gli chiedi di ridarti quello che ti hanno rubato, ma loro, ovviamente, se la ridono. Uno ti si avvicina così tanto che senti la puzza del suo fiato, ti dice che se rivuoi il tuo tablet olografico devi fare una cosa per loro: alla prossima lezione devi presentarti in mutande. Una cosa stupida, che ti avrebbe messo in imbarazzo davanti a tutti, ma se rifiutavi o chiedevi aiuto ti avrebbero gonfiato di botte, dopo aver sbandierato ai quattro venti la cronologia delle tue ricerche notturne in rete. Ecco perché del furto del tablet. Hai passato tutta la notte sveglio, seduto sul cesso a piangere, ed il giorno dopo hai mantenuto la promessa fatta con i bulli dell'ultimo anno. Il ricordo di quella umiliazione ti ha segnato per sempre, anche grazie alla viralità che al tempo ebbe il tuo video su Internet. Alla fine il tablet lo hai riavuto indietro, anche se da quel momento la tua vita al college prese una brutta piega. Da nullità passasti a zimbello della scuola, i tuoi genitori volevano sapere il perché del tuo gesto, ma tu avevi paura, tu hai sempre avuto paura di dire la verità. Hai sempre avuto paura delle conseguenze, ma per fortuna in tuo aiuto venne il professor Wildor. Ricordi con piacere i pomeriggi passati a discutere con lui, lo vedevi quasi come un secondo padre, e grazie a lui hai imparato a credere di più in te stesso. In parte, è stato grazie ai suoi consigli se col tempo hai imparato ad aprirti alle persone, a migliorarti e a non farti più mettere i piedi in testa da nessuno. Tranne che da LEI, ovviamente.

Whu ti allunga il Banh Mi e ti sorride, non dice mai una parole, forse il fatto che parli solo vietnamita non aiuta la conversazione, ma non capisci comunque come faccia a conoscere tua nonna. Rimani a pensarci ancora per qualche secondo, giusto in tempo per sederti in macchina e iniziare a mangiare il tuo Banh Mi. Guardi fisso fuori dal finestrino, con lo sguardo rivolto in alto, sulle facciate dei palazzi della città vecchia, dove le insegne al neon una volta illuminavano a giorno quelle strade ora quasi dimenticate. Sono in pochi che si spingono fino alla città vecchia, dove nel '33 il virus JJO3-POSITIVO uccise più di duecento persone nel giro di pochi giorni. Da quel momento la gente iniziò a spostarsi sempre più verso il centro, abbandonando al degrado quella parte di città che un tempo era il cuore pulsante della movida. In quei quartieri hai passato i due anni successivi al college, principalmente perché gli appartamenti erano venduti a prezzi stracciati, per via dello svuotamento progressivo dovuto alla paura dell'infezione del virus, anche se era stato debellato da anni. E proprio sotto alla tua finestra la vedesti per la prima volta. LEI, quella che da lì a poco sarebbe divenuta prima la tua ancora di salvezza, poi, col passare del tempo, la tua rovina. Avresti voglia di pensare a quell'ultimo sogno mnemonico che ti è stato proiettato nel cervello dal MORFEON™, ma non lo fai. Sai bene che sarebbe un errore, che ricordare certi momenti della propria vita passata è pericoloso; ma poi te ne freghi e premi play.

E così, lungo il tragitto che ti porta al lavoro, la tua mente è proiettata altrove. Non in un luogo preciso, ma in un pensiero che è rimasto tale: il pensiero di come sarebbe potuta essere la tua vita se LEI fosse ancora con te. Quella casa mai comprata, quella famiglia mai creata, quei momenti felici mai vissuti ma che ti sei immaginato quando stavi con lei. Questo pensiero è l'unico che ogni notte il MORFEON™ ha il permesso di pescare dalla tua cartella proibita. L'unica cosa più vicina alla felicità che ti resta.

LA RECEN(T)SIONE DI: In Mass Media Res

$
0
0


In Mass Media Res sembra quasi un grido di battaglia, ed in effetti, è proprio quello che percepisci leggendo le brevi storie che formano il volume. Senti lo spirito di rivolta di chi dice NO! Di chi non vuole darla vinta al sistema, di chi, come gli 11 artisti che hanno lavorato al progetto, ha il semplice desiderio di poter disegnare e pubblicare fumetti in modo libero, in un mondo dominato dalle solite quattro case editrici che tengono in pugno il mercato. Per questo motivo è nata la McGuffin Comics, per essere una valida alternativa col potere dell'autoproduzione, libera da ogni costrizione di mercato e in grado di dare spazio a giovani talenti del fumetto. E In Mass Media Res, il loro primo lavoro, si respira la grinta che questi giovani ragazzi hanno messo nel creare quest'opera, nel dare forma alle proprie idee, alle loro opinioni. Quattro storie di denuncia sociale, ambientate in altrettanti mondi distopici differenti, dove al centro di tutto c'è il rapporto che hanno i vari personaggi con i Mass Media, con quella informazione per le masse che ogni giorno ci circonda, in un rapporto quasi forzato, o morboso, a seconda dei casi. Qualcuno ha forse detto Barbara D'Urso?





Le quattro storie (scritte da Mattia Ferri e disegnate da Nicolò Belandi, Rosa Anna Esposto, Amanda Galli, Elisa Mereu e Massimiliano Talamazzi)sono legate tra di loro da una quinta (scritta invece da Mattia Boglioni e disegnata da  Laura Mondelli, anche autrice della fighissima copertina) completamente silenziosa e cupa, che vorrebbe far riflettere il lettore, con l'intento di fargli aprire gli occhi, senza però riuscirci. Perché? Perché ormai siamo parte integrante del complesso ingranaggio che muove il mondo, siamo il mezzo con il quale i Mass Media si propagano. Noi siamo esattamente come il protagonista della quinta storia.


Gli artisti che hanno lavorato al progetto provengono quasi tutti dalla Scuola Internazionale di Comics di Brescia, sono ragazzi giovani, promettenti e sono sicuro che col tempo imparerete a conoscerli meglio. Oltre ai disegnatori già citati, aggiungo la partecipazione di eviaac, Stefano Alghisi e Luigi Filippelli con le loro illustrazioni e l'aiuto di Cristian Bisin con il lettering. Spero di non essermi dimenticato nessuno, comunque: parlando della McGuffin Comics, la casa è stata fondata nel 2015 da Mattia Ferri e Mattia Boglioni e questo è il loro primo volume, se siete interessati e volete (dovete) leggerlo, potete trovarlo facilmente alla Games Academy di Desenzano del Garda, presso la libreria L'Ozio di Brescia oppure, nel caso abitiate dall'altra parte dell'universo, potrete richiederlo direttamente mandando un messaggio sulla loro pagina facebook.


Io, in questo periodo di allontanamento dal fumetto mainstream, con questo progetto ho avuto una piacevole sorpresa; una lettura certamente non allegra e spensierata, ma che sicuramente ha saputo catturare la mia attenzione. Promosso con la speranza di vedere al più presto altre loro opere, sperando che l'asticella della qualità salga sempre più in alto.

Qualche vintaggeria che rivorrei

$
0
0
Ci sono cose del passato che hanno lasciato il segno più di altre, vuoi per determinati ricordi a cui sono collegate, per la loro iconicità, per quel fascino che tutt'ora riescono a trasmettere. E poi ci sono cose che magari si ricordano in pochi, che non hanno fatto la storia e solo il sottoscritto vorrebbe vederle riproposte, anche senza un motivo, solo perché mi piacevano



Tipo i libri-gioco, o librogame; per chi non sapesse di cosa sto parlando, siete delle brutte persone. Per tutti gli altri: ma quanto erano belli?!? Ok, nella mia vita ne ho letto-giocato giusto un paio, schiattando sempre come un pirla, ma l'idea di un libro con cui poter in qualche modo interagire e giocare mi ha sempre affascinato. Infatti scrivere un racconto del genere mi piacerebbe molto, peccato che non se lo filerebbe nessuno, come purtroppo è accaduto con i librigame dalla metà degli anni 90. Giusto Joe Dever, che ho visto dal vivo almeno tre volte ed è sempre più depresso, continua a pubblicarne. Ecco, un regalo perfetto per i bambini debosciati di oggi sarebbe proprio un bel libro-gioco, per insegnargli il piacere della lettura, sviluppando la fantasia e la logica.




C'erano una volta i contenitori per ragazzi, come Bim Bum Bam, Solletico, Go- Cart e Disney Club, che riempivano le giornate di noi mocciosi degli anni 80/90 con cartoni, giochi e pubblicità di giocattoli belli bellissimi. Ora esistono solo canali tematici, dove tra repliche infinite e maratone di cartoni animati disegnati male, le piccole menti dei giovani telespettatori sono in balia di Masha e Orso, Dora l'esploratrice e Paw Patrol. Cosa sia Paw Patrol? Boh.





Altro programma che rivorrei alla TV è Giochi senza frontiere (Jeux sans frontières), forse l'unica manifestazione sportivo-goliardica che tutt'ora saprebbe appassionarmi. Molto prima di Mai Dire Banzai con annessi Takeshi's Castle e The Gaman, JSF sapeva come far divertire gli spettatori, in modo demenziale e parodistico.



Adoravo girare con il mio lettore cd, certo, non era pratico come un MP3, ciucciava batterie come se non ci fosse un domani e dovevo portarmi appresso le custodie porta CD. In pratica il mio zaino di scuola era occupato per metà dalle custodie, pile di riserva e almeno un paio di cuffie rotte, attorcigliate in un abbraccio perenne tra di loro. Ma poi, c'è ancora qualcuno oltre a me che usa gli MP3? O vi sentite tutti la musica con gli smartphone e affini?





Chi si ricorda dei POG? Quei dischetti di plastica o carta raffiguranti mostri e ogni genere di cosa andasse di moda in quegli anni? Non sono una vintaggeria molto utile o caratteristica, ma c'è stato un periodo in cui ne ero ossessionato, avevo addirittura una macchinetta per fabbricarli.


E voi, avete delle vintaggerie che vorreste tornassero ai giorni nostri?

Sausage Party, il trailer italiano del film d'animazione (da non far vedere agli amici vegani)

$
0
0
Sausage Party - Vita segreta di una salsiccia, è un film d'animazione in CGI diretto da Greg Tiernan e Conrad Vernon, che ci mostra il mondo dal punto di vista del cibo. Ma non fatevi ingannare dalle faccine pucciose delle carotine alla Pixar.


Posso già immaginare il polverone che solleverà questo Sausage Party nei nostri cinema; ignari genitori che portano i propri pargoli a vedere quello che secondo loro è solo un normale cartone, uno di quelli dove gli oggetti -in questo caso il cibo- parlano, in stile Toy Story. Nulla di più innocente, penseranno, poi però, partono le brutte parole e le scene vegan-splatter. E ci sarà il fuggi fuggi generale dalle sale, con madri incazzate e pargoletti in lacrime per le povere carotine spappolate. E poi ci sarò io, a ridermela come un cojone.

Il cast dei doppiatori originali è composto da personcine di tutto rispetto, come Seth Rogen (Cattivi Vicini, Sballati per le feste), Kristen Wiig (l'utimo Ghostbusters, Le amiche della sposa, The Martian), James Franco (faccio senza dirvi chi sia), Jonah Feldstein (The Wolf of Wall Street, L'arte di vincere), Salma Hayek, Edward Norton, Paul Rudd (Ant-Man), Michael Cera (Juno, Scott Pilgrim vs. the World) e tanti altri tizi famosi.

In America è uscito il 12 agosto, raccogliendo il consenso positivo della critica e del pubblico; nelle nostre sale arriverà invece il prossimo 31 ottobre. Vegani avvisati, mezzi salvati.
Viewing all 118 articles
Browse latest View live