Forse già lo saprete, forse no, comunque su Facebook potete trovare la pagina ufficiosa della Mente. Tipo qui, ad esempio. Mi raccomando, fate i bravi e cliccate mi piace, magari condividete pure tra i vostri amici che ancora non mi conoscono. Giusto per ampliare la cerchia dei disagiati mentali che ogni giorno passano in questo brutto e sporco blog.
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La Mente su Facebook
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The Guardians, il trailer del film con i supereroi russi
Si scrive Защитники, si legge"Zaschitniki", si traduce con The Guardians o The Defenders, ed è il film sulla prima squadra di supereroi made in URSS.
Previsto nelle sale russe il 27 febbraio del 2017, il film parla di una squadra di super-umani creati durante la Guerra Fredda da un'organizzazione segreta chiamata Patriot, nascosti per anni agli occhi del mondo, ma pronti a difendere la patria nel momento del bisogno. Il regista è l'armeno Saric Andreasyan e conta nel cast attori del calibro di Sebastian Sisak, Anton Pampushny, Sanjar Madiev, Stanislav Shirin, Alina Lanina, Valery Shkirando, Vladimir Butenko, Alexander Semenov e Vyacheslav Razbegaev.
Tranne che per l'Uomo-URSSo, gli altri personaggi non sembrano male, specialmente il tamarro che "ferma il tempo". Vedremo se pure i cinema italiani potranno godere di questa pellicola, o se dovremo accontentarci di vederla per vie traverse; resta comunque un progetto che mi stuzzica parecchio, visto che di eroi americani ne ho le balle piene.
Previsto nelle sale russe il 27 febbraio del 2017, il film parla di una squadra di super-umani creati durante la Guerra Fredda da un'organizzazione segreta chiamata Patriot, nascosti per anni agli occhi del mondo, ma pronti a difendere la patria nel momento del bisogno. Il regista è l'armeno Saric Andreasyan e conta nel cast attori del calibro di Sebastian Sisak, Anton Pampushny, Sanjar Madiev, Stanislav Shirin, Alina Lanina, Valery Shkirando, Vladimir Butenko, Alexander Semenov e Vyacheslav Razbegaev.
Tranne che per l'Uomo-URSSo, gli altri personaggi non sembrano male, specialmente il tamarro che "ferma il tempo". Vedremo se pure i cinema italiani potranno godere di questa pellicola, o se dovremo accontentarci di vederla per vie traverse; resta comunque un progetto che mi stuzzica parecchio, visto che di eroi americani ne ho le balle piene.
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Creepy Mind #1
Oggi per voi una nuova rubrica, incentrata sulle mie e volendo pure le vostre esperienze paranormali. Benvenuti a:
Non ricordo di preciso il luogo, forse Ponte di Legno (?) o qualcosa del genere, comunque da qualche parte in montagna; io ed il resto del gruppo scout dovevamo fare due settimane in quello che sembrava un rifugio appena ristrutturato, per metà adibito ad abitazione privata, in cui viveva un guardiacaccia (credo lo fosse, ma poteva pure essere un pericoloso serial killer di scout, vallo a sapere) e per decine di chilometri il nulla assoluto. Ma proprio nulla di nulla, del tipo che se qualcuno di noi stava male per portarlo giù in paese ci voleva almeno mezz'ora di macchina. E noi non avevamo una macchina. Immaginate quindi una trentina di ragazzetti tra maschi e femmine sperduti tra i monti, per due settimane lontani da casa, accompagnati da una manciata di adulti a tenerci controllati. Prima di proseguire col racconto, è giusto descrivere al meglio il luogo: come ho già detto, l'abitazione era divisa in due parti, la prima come casa privata e la seconda suddivisa su tre piani adibita a campo base; il piano terra era uno stanzone con tavoli, sedie e una piccola cucina, dove si svolgevano gran parte delle attività di gruppo al chiuso, mentre all'esterno c'era il selciato di ghiaia e la strada che portava al paese più vicino, poco più sotto un grande prato verde e tutt'attorno un fitto bosco, che circondava interamente la zona. Il secondo piano era invece la zona notte: una grande stanza che ricalcava le dimensioni di quella al primo piano, che i capi avevano diviso a metà con dei teli per separare la parte dei maschi da quella delle femmine. Tra letti a castello a tre o due piani, brandine e letti matrimoniali, il luogo era molto affollato e lo spazio per muoversi era esiguo, tranne per lo spazio davanti ai bagni e alla scala che portava al terzo e ultimo piano: la soffitta dove tutto ebbe inizio.
Non ricordo chi sia stato a spargere la voce, ma pochi giorni dopo il nostro arrivo qualcuno disse che in soffitta era custodita la pelliccia di un orso; una cosa che fece salire la curiosità di tutto il gruppo a livelli da Indiana Jones e andiamo tutti a vedere la dannata pelliccia ora e subito. Ovviamente però, la voce della presunta presenza del trofeo di caccia arrivò alle orecchie dei capi, che diedero l'ordine tassativo di non avvicinarci alla soffitta, dicendo che apparteneva al guardiacaccia e che non potevamo toccare nulla. Ma secondo voi, dei giovani esploratori come noi, si potevano trattenere dalla curiosità solo perché "i capi" avevano detto di no? Ecco, appunto. Tutto si svolse nel più totale silenzio, poco dopo mangiato, mentre gli adulti ci lasciavano riposare da soli in attesa delle attività pomeridiane, sono bastati pochi sguardi d'intesa e un cenno con la testa per reclutare con me due o tre amici, pronti per avventurarci nella soffitta proibita. Salimmo le scale in legno cercando di non dare troppo nell'occhio agli altri ragazzi, sbucando con la testa per vedere se nell'anticamera della soffitta ci fosse qualcuno a dormire, dato che c'erano due letti usati da una coppia di capi: nessuno in vista, potevamo salire indisturbati. L'anticamera era lunga poco più di tre metri, giusto per farci stare due letti lungo le pareti, il pavimento era tutto in legno e scricchiolava ad ogni passo, per questo motivo camminavamo piano, per evitare di farci scoprire, ma quando fummo a metà stanza ecco arrivare l'incubo.
Dalla porta della soffitta partirono dei passi verso di noi, come se qualcuno stesse attraversando l'anticamera di corsa; il problema è che non c'era nessuno oltre a noi poveri ragazzetti. Il tempo sembrò fermarsi nell'attimo in cui guardai in faccia il ragazzo che avevo alla mia sinistra, anche lui stava sentendo quei passi e la sua bocca si stava aprendo in una smorfia di terrore, prima di lanciare un grido molto poco mascolino e correre giù dalle scale spintonando chi era rimasto dietro di lui. Io rimasi giusto un secondo in più di lui, il tempo di sentire quell'ultimo passo invisibile arrivarmi sotto i piedi: non ho mai corso così veloce in vita mia.
Da quel momento il tormentone del campo era la parola "fantasma", pronunciata con timore dai più, mentre gli scettici cercavano in tutti i modi di percurlarci tutti facendo scherzi idioti. Ma ebbero poco da festeggiare, perché qualche sera più tardi avrebbero cambiato idea pure loro. I capi vennero a conoscenza della nostra impresa poco eroica, ma invece di punirci decisero di mettere la parola fine alla storia della pelliccia dell'orso portandoci tutti quanti a vedere questa fantomatica reliquia. Faccio senza dirvi che purtroppo non era un grizzly, come invece speravamo tutti noi ragazzi, ma molto probabilmente un qualche stambecco o capriolo. Comunque, tornando a noi, dovete sapere che dopo cena, i capi davano circa un'oretta di tempo libero ai ragazzi per ritrovarsi con la propria squadriglia e prepararsi per le attività notturne, che potevano essere piccoli spettacoli o giochi veri e propri. Eravamo quindi tutti riuniti nella stanza al secondo piano, chi seduto o coricato sul letto, chi in piedi vicino alla porta d'entrata, chi andava a destra, chi a sinistra, insomma avete capito. Eravamo tutti intenti a fare qualcosa, quando all'improvviso qualcuno bussò alla porta d'entrata; un ragazzo andò ad aprire e poco dopo la richiuse, nessuno ci fece caso pensando che fosse un qualche capo venuto a controllarci o a prendere qualcosa, ma quando al ragazzo gli chiesero chi fosse stato a bussare lui rispose "nessuno". Il gelo. Chi era vicino a lui gli chiese se stesse scherzando e lui rispose di no, che semplicemente quando aprì la porta, dall'altra parte non c'era nessuno. Il gelo 2. L'eco della parola fantasma si levò da un gruppo di ragazze, che evidentemente erano già sull'attenti e pronte per un'altra notte insonne accompagnate dalla paura del buio e delle creature delle tenebre. Io e il mio gruppo continuammo comunque a fare le nostre cose, senza dare troppo peso al fatto della porta convinti che gli altri ragazzi avessero solo voglia di fare i cretini, fino a quando qualcuno bussò nuovamente, questa volta con più forza e insistenza. La porta era una di quelle vecchie, in legno con i chiavistelli; tremava sotto i pesanti colpi, mentre nella stanza era calato il silenzio. Pochi secondi dopo i ragazzi aprirono nuovamente la porta, ma ancora una volta non c'era nessuno, guardarono fuori con le torce elettriche, perché non l'ho ancora scritto, ma per salire al secondo piano c'era un unico modo: salire una piccola scalinata sul fianco esterno della casa e attraversare uno stretto corridoio che percorreva l'abitazione per tutta la sua lunghezza, delimitato da un muretto di cemento a livello con la fiancata dell'altura e una recinzione. Dietro di esso solo il fitto bosco. Il corridoio esterno era poi diviso da una staccionata con un cancellino, che divideva la casa del guardiacaccia dal resto della struttura. Era quindi impossibile che qualcuno in pochi secondi potesse scavalcare la recinzione e nascondersi nel bosco, oppure arrivare alle scale esterne e scendere, come pure saltare la staccionata del guardiacaccia. L'espressione "cagarsi addosso", descrive perfettamente lo stato d'animo che aleggiava in quella stanza. Le ragazze erano terrorizzate, noi maschi pure, ma dovevamo a tutti i costi capire cosa stesse succedendo; vennero quindi creati due gruppi, il primo posto davanti alla porta, armato di torce elettriche e coltellini svizzeri, che non si sa mai possano tornare utili per affettare un fantasma. Mentre il secondo, sempre armato di torce, venne posto all'unica finestra che dava sulle scale esterne, con l'ordine di fare luce continua e di avvisare nel caso passasse qualcuno. Passò qualche minuto, io ero davanti alla porta assieme alla mia squadriglia e qualche altro ragazzo, sembravamo un piccolo esercito pronto alla carica, nessuno parlava, ma tutti sudavano freddo. La tensione era palpabile nell'aria, c'è chi tra le ragazze piangeva e veniva consolata dalle amiche, mentre noi, i maschi alfa della situazione, eravamo pronti a tutto per porre fine a quella storia. E quando la porta tremò nuovamente sotto un pesante battito, venne spalancata immediatamente, senza lasciare il tempo di poter dare un secondo colpo o scappare a chi stesse bussando. Il gelo 3. Non c'era nessuno.
Una bolgia di ragazzi terrorizzati scese le scale esterne, tra urla, pianti e brutte parole, tutti diretti al primo piano, quasi sfondandone la porta d'entrata, alla ricerca dei capi. Ovviamente gli adulti dissero che era stato il vento o la nostra immaginazione, che la casa era vecchia e che fosse normale che scricchiolasse, ma ricordo bene che le loro espressioni erano preoccupate tanto quanto le nostre. Comunque per quanto mi riguarda, oltre ad un ufo nel cielo notturno l'ultima notte di campo, non mi successe nient'altro di strano in quel posto, ma sicuramente a qualun'altro sì, perché un ragazzo si fece venire a prendere dai genitori pochi giorni dopo essere arrivati. Purtroppo non sono riuscito a reperire informazioni sul luogo esatto, come neppure altri dettagli a me sconosciuti dai ragazzi presenti, che però mi hanno confermato che non sono l'unico a ricordarsi del "fantasma del campo estivo". E qui si conclude il primo appuntamento con la rubrica Creepy Mind, spero di non avervi annoiati troppo; nel caso vogliate confidare o raccontare una vostra storia, potrete farlo mandandomi una mail al solito indirizzo, in modo che poi possa pubblicarla.
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Minchia, sembra la copertina di un disco black metal scrauso. |
Non ricordo chi sia stato a spargere la voce, ma pochi giorni dopo il nostro arrivo qualcuno disse che in soffitta era custodita la pelliccia di un orso; una cosa che fece salire la curiosità di tutto il gruppo a livelli da Indiana Jones e andiamo tutti a vedere la dannata pelliccia ora e subito. Ovviamente però, la voce della presunta presenza del trofeo di caccia arrivò alle orecchie dei capi, che diedero l'ordine tassativo di non avvicinarci alla soffitta, dicendo che apparteneva al guardiacaccia e che non potevamo toccare nulla. Ma secondo voi, dei giovani esploratori come noi, si potevano trattenere dalla curiosità solo perché "i capi" avevano detto di no? Ecco, appunto. Tutto si svolse nel più totale silenzio, poco dopo mangiato, mentre gli adulti ci lasciavano riposare da soli in attesa delle attività pomeridiane, sono bastati pochi sguardi d'intesa e un cenno con la testa per reclutare con me due o tre amici, pronti per avventurarci nella soffitta proibita. Salimmo le scale in legno cercando di non dare troppo nell'occhio agli altri ragazzi, sbucando con la testa per vedere se nell'anticamera della soffitta ci fosse qualcuno a dormire, dato che c'erano due letti usati da una coppia di capi: nessuno in vista, potevamo salire indisturbati. L'anticamera era lunga poco più di tre metri, giusto per farci stare due letti lungo le pareti, il pavimento era tutto in legno e scricchiolava ad ogni passo, per questo motivo camminavamo piano, per evitare di farci scoprire, ma quando fummo a metà stanza ecco arrivare l'incubo.
Dalla porta della soffitta partirono dei passi verso di noi, come se qualcuno stesse attraversando l'anticamera di corsa; il problema è che non c'era nessuno oltre a noi poveri ragazzetti. Il tempo sembrò fermarsi nell'attimo in cui guardai in faccia il ragazzo che avevo alla mia sinistra, anche lui stava sentendo quei passi e la sua bocca si stava aprendo in una smorfia di terrore, prima di lanciare un grido molto poco mascolino e correre giù dalle scale spintonando chi era rimasto dietro di lui. Io rimasi giusto un secondo in più di lui, il tempo di sentire quell'ultimo passo invisibile arrivarmi sotto i piedi: non ho mai corso così veloce in vita mia.
Da quel momento il tormentone del campo era la parola "fantasma", pronunciata con timore dai più, mentre gli scettici cercavano in tutti i modi di percurlarci tutti facendo scherzi idioti. Ma ebbero poco da festeggiare, perché qualche sera più tardi avrebbero cambiato idea pure loro. I capi vennero a conoscenza della nostra impresa poco eroica, ma invece di punirci decisero di mettere la parola fine alla storia della pelliccia dell'orso portandoci tutti quanti a vedere questa fantomatica reliquia. Faccio senza dirvi che purtroppo non era un grizzly, come invece speravamo tutti noi ragazzi, ma molto probabilmente un qualche stambecco o capriolo. Comunque, tornando a noi, dovete sapere che dopo cena, i capi davano circa un'oretta di tempo libero ai ragazzi per ritrovarsi con la propria squadriglia e prepararsi per le attività notturne, che potevano essere piccoli spettacoli o giochi veri e propri. Eravamo quindi tutti riuniti nella stanza al secondo piano, chi seduto o coricato sul letto, chi in piedi vicino alla porta d'entrata, chi andava a destra, chi a sinistra, insomma avete capito. Eravamo tutti intenti a fare qualcosa, quando all'improvviso qualcuno bussò alla porta d'entrata; un ragazzo andò ad aprire e poco dopo la richiuse, nessuno ci fece caso pensando che fosse un qualche capo venuto a controllarci o a prendere qualcosa, ma quando al ragazzo gli chiesero chi fosse stato a bussare lui rispose "nessuno". Il gelo. Chi era vicino a lui gli chiese se stesse scherzando e lui rispose di no, che semplicemente quando aprì la porta, dall'altra parte non c'era nessuno. Il gelo 2. L'eco della parola fantasma si levò da un gruppo di ragazze, che evidentemente erano già sull'attenti e pronte per un'altra notte insonne accompagnate dalla paura del buio e delle creature delle tenebre. Io e il mio gruppo continuammo comunque a fare le nostre cose, senza dare troppo peso al fatto della porta convinti che gli altri ragazzi avessero solo voglia di fare i cretini, fino a quando qualcuno bussò nuovamente, questa volta con più forza e insistenza. La porta era una di quelle vecchie, in legno con i chiavistelli; tremava sotto i pesanti colpi, mentre nella stanza era calato il silenzio. Pochi secondi dopo i ragazzi aprirono nuovamente la porta, ma ancora una volta non c'era nessuno, guardarono fuori con le torce elettriche, perché non l'ho ancora scritto, ma per salire al secondo piano c'era un unico modo: salire una piccola scalinata sul fianco esterno della casa e attraversare uno stretto corridoio che percorreva l'abitazione per tutta la sua lunghezza, delimitato da un muretto di cemento a livello con la fiancata dell'altura e una recinzione. Dietro di esso solo il fitto bosco. Il corridoio esterno era poi diviso da una staccionata con un cancellino, che divideva la casa del guardiacaccia dal resto della struttura. Era quindi impossibile che qualcuno in pochi secondi potesse scavalcare la recinzione e nascondersi nel bosco, oppure arrivare alle scale esterne e scendere, come pure saltare la staccionata del guardiacaccia. L'espressione "cagarsi addosso", descrive perfettamente lo stato d'animo che aleggiava in quella stanza. Le ragazze erano terrorizzate, noi maschi pure, ma dovevamo a tutti i costi capire cosa stesse succedendo; vennero quindi creati due gruppi, il primo posto davanti alla porta, armato di torce elettriche e coltellini svizzeri, che non si sa mai possano tornare utili per affettare un fantasma. Mentre il secondo, sempre armato di torce, venne posto all'unica finestra che dava sulle scale esterne, con l'ordine di fare luce continua e di avvisare nel caso passasse qualcuno. Passò qualche minuto, io ero davanti alla porta assieme alla mia squadriglia e qualche altro ragazzo, sembravamo un piccolo esercito pronto alla carica, nessuno parlava, ma tutti sudavano freddo. La tensione era palpabile nell'aria, c'è chi tra le ragazze piangeva e veniva consolata dalle amiche, mentre noi, i maschi alfa della situazione, eravamo pronti a tutto per porre fine a quella storia. E quando la porta tremò nuovamente sotto un pesante battito, venne spalancata immediatamente, senza lasciare il tempo di poter dare un secondo colpo o scappare a chi stesse bussando. Il gelo 3. Non c'era nessuno.
Una bolgia di ragazzi terrorizzati scese le scale esterne, tra urla, pianti e brutte parole, tutti diretti al primo piano, quasi sfondandone la porta d'entrata, alla ricerca dei capi. Ovviamente gli adulti dissero che era stato il vento o la nostra immaginazione, che la casa era vecchia e che fosse normale che scricchiolasse, ma ricordo bene che le loro espressioni erano preoccupate tanto quanto le nostre. Comunque per quanto mi riguarda, oltre ad un ufo nel cielo notturno l'ultima notte di campo, non mi successe nient'altro di strano in quel posto, ma sicuramente a qualun'altro sì, perché un ragazzo si fece venire a prendere dai genitori pochi giorni dopo essere arrivati. Purtroppo non sono riuscito a reperire informazioni sul luogo esatto, come neppure altri dettagli a me sconosciuti dai ragazzi presenti, che però mi hanno confermato che non sono l'unico a ricordarsi del "fantasma del campo estivo". E qui si conclude il primo appuntamento con la rubrica Creepy Mind, spero di non avervi annoiati troppo; nel caso vogliate confidare o raccontare una vostra storia, potrete farlo mandandomi una mail al solito indirizzo, in modo che poi possa pubblicarla.
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Venerdì coin-op XLIX
Eccoci qui, pronti per l'ennesimo appuntamento con la rubrica Venerdì coin-op, dove andremo a conoscere o riscoprire i migliori videogiochi da sala di tutti i tempi. Oggi saremo trasformati in draghi sparabolle in:
Sviluppato e prodotto dalla Taito nel 1986, Bubble Bobble è uno dei più famosi platform game della storia; i protagonisti del gioco sono i famosi draghetti Bub e Bob, che qualche anno più tardi vennero usati nell'altrettanto celebre Puzzle Bobble, che devono affrontare cento livelli pieni di pericoli per riuscire a salvare le loro amate rapite dal crudele Baron Von Blubba, dopo essere stati trasformati dallo stesso in draghi sparabolle.
Il gameplay è facile e intuitivo: per avanzare di livello il giocatore deve sconfiggere tutti i nemici presenti nello schema, sparando bolle colorate per poterli prima intrappolare e poi uccidere. Se un nemico viene lasciato intrappolato per qualche secondo senza essere distrutto, esso si libera e attacca il giocatore con maggiore insistenza. Le bolle dei due draghi possono essere usate anche come piattaforme, per potersi muovere più agilmente per lo schema di gioco.
Se il giocatore impiega troppo tempo a completare uno schema, sullo schermo appare l'invincibile Baron Von Blubba, a cui basta un solo tocco per uccidere il draghetto protagonista. L'unico modo per farlo sparire è completare lo schema successivo, dato che Baron Von Blubba può attraversare i muri e inseguire il giocatore senza sosta.
Tra i vari bonus ottenibili durante la partita, come la frutta lasciata dai nemici sconfitti per aumentare il punteggio totale, esistono anche bolle speciali in grado di donare poteri elementali al giocatore. Ad esempio la bolla contenente l'acqua, che invece di una bolla normale fa sparare un piccolo ruscello che travolge i nemici; o quella elettrica, che genera fulmini e folgora gli avversari, mentre quella di fuoco fa comparire sul terreno una scia di fiamme che tramuta i cattivi in diamanti rossi. Esistono poi le bolle contenenti delle lettere, che una volta raccolte tutte formano la parola EXTEND, donando una vita extra al giocatore; per ultima ma non meno importante la bolla rossa con il fulmine lampeggiante, che dona subito 100.000 punti e la capacità di sputare fiamme per sei livelli. Oltre ai bonus, in punti determinati o in modo random, possono apparire degli oggetti che una volta presi donano poteri costanti, o almeno, fino a quando non si perde una vita. Tra caramelle blu che aumentano la velocità di sparo, caramelle viola per spararle più lontano, scarpe per saltare e correre più veloci, croci colorate che hanno lo stesso potere delle bolle d'acqua, elettricità e fuoco ma dalla forza più devastante e tanti altri bonus, la giocabilità ed il divertimento rimangono sempre accattivanti. E questo è il vero motivo del successo di Bubble Bobble: non annoia mai.
Bubble Bobble è riuscito a diventare un cult senza tempo, venendo convertito per molteplici console domestiche anche in tempi recenti; questa saga ha dato vita ad altre due serie di videogiochi di successo: Rainbow Islands, Puzzle Bobble ed i loro rispettivi seguiti. Alla gente piace proprio tanto sparare balle.
Sviluppato e prodotto dalla Taito nel 1986, Bubble Bobble è uno dei più famosi platform game della storia; i protagonisti del gioco sono i famosi draghetti Bub e Bob, che qualche anno più tardi vennero usati nell'altrettanto celebre Puzzle Bobble, che devono affrontare cento livelli pieni di pericoli per riuscire a salvare le loro amate rapite dal crudele Baron Von Blubba, dopo essere stati trasformati dallo stesso in draghi sparabolle.
Il gameplay è facile e intuitivo: per avanzare di livello il giocatore deve sconfiggere tutti i nemici presenti nello schema, sparando bolle colorate per poterli prima intrappolare e poi uccidere. Se un nemico viene lasciato intrappolato per qualche secondo senza essere distrutto, esso si libera e attacca il giocatore con maggiore insistenza. Le bolle dei due draghi possono essere usate anche come piattaforme, per potersi muovere più agilmente per lo schema di gioco.
Se il giocatore impiega troppo tempo a completare uno schema, sullo schermo appare l'invincibile Baron Von Blubba, a cui basta un solo tocco per uccidere il draghetto protagonista. L'unico modo per farlo sparire è completare lo schema successivo, dato che Baron Von Blubba può attraversare i muri e inseguire il giocatore senza sosta.
Tra i vari bonus ottenibili durante la partita, come la frutta lasciata dai nemici sconfitti per aumentare il punteggio totale, esistono anche bolle speciali in grado di donare poteri elementali al giocatore. Ad esempio la bolla contenente l'acqua, che invece di una bolla normale fa sparare un piccolo ruscello che travolge i nemici; o quella elettrica, che genera fulmini e folgora gli avversari, mentre quella di fuoco fa comparire sul terreno una scia di fiamme che tramuta i cattivi in diamanti rossi. Esistono poi le bolle contenenti delle lettere, che una volta raccolte tutte formano la parola EXTEND, donando una vita extra al giocatore; per ultima ma non meno importante la bolla rossa con il fulmine lampeggiante, che dona subito 100.000 punti e la capacità di sputare fiamme per sei livelli. Oltre ai bonus, in punti determinati o in modo random, possono apparire degli oggetti che una volta presi donano poteri costanti, o almeno, fino a quando non si perde una vita. Tra caramelle blu che aumentano la velocità di sparo, caramelle viola per spararle più lontano, scarpe per saltare e correre più veloci, croci colorate che hanno lo stesso potere delle bolle d'acqua, elettricità e fuoco ma dalla forza più devastante e tanti altri bonus, la giocabilità ed il divertimento rimangono sempre accattivanti. E questo è il vero motivo del successo di Bubble Bobble: non annoia mai.
Bubble Bobble è riuscito a diventare un cult senza tempo, venendo convertito per molteplici console domestiche anche in tempi recenti; questa saga ha dato vita ad altre due serie di videogiochi di successo: Rainbow Islands, Puzzle Bobble ed i loro rispettivi seguiti. Alla gente piace proprio tanto sparare balle.
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La versione americana era distribuita dalla Romstar. |
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Saturday Night Beer - Hacker-Pschorr Münchener Gold
Rieccoci pronti per una nuova bevuta del sabato sera con la rubrica Saturday Night Beer; oggi vi porto in Germania, precisamente a Monaco di Baviera, in compagnia di una bella bionda.
Storico birrificio fondato nel 1417 a Monaco di Baviera, Hacker-Pschorr è sinonimo di qualità e rispetto delle tradizioni, con una vasta gamma di birre e il merito di essere uno tra i sei birrifici ufficiali del celebre Oktoberfest. Bene, fatta questa piccola introduzione, andiamo a parlare della birra di questa sera, la Münchener Gold o Munich Gold, a seconda dell'etichetta. Di un colore dorato molto intenso, dal gusto maltato e solo sul finale leggermente luppolato e speziato, in giusto equilibrio tra il dolce e l'amaro. È una classica Lager con una gradazione alcolica di 5.5 ° vol. quindi non troppo pesante; risulta perfetta per un aperitivo o una pizza, ma anche con qualcosa di più sostanzioso come una grigliata.
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La vostra opinione su...le saghe infinite
Leggete bene, ho scritto saghe, non seghe. Comunque: quante volte avete seguito un qualcosa, che fosse una serie TV, un manga o fumetto occidentale e avete pensato "che due palle, non finisce piu"? A me è capitato spesso, ed infatti è uno dei motivi per cui ho smesso di seguire poi quella tal cosa. Perché diciamoci la verità, le cose belle prima o poi devono finire, altrimenti col tempo tendono a diventare noiose, ripetitive, un continuo trascinarsi da nessuna parte, portando la trama ad un punto morto. Vedi la saga di One Piece, partita come un viaggio alla ricerca del tesoro di Gold Roger, ma che dopo 740 episodi e 11 stagioni deve essere ancora trovato. Anzi, del tesoro non ne parlano nemmeno più, come se quello fosse stato solo il pretesto per iniziare questo viaggio infinito senza una vera e propria meta; pensandoci bene però, se ad un certo punto avessero trovato effettivamente il tesoro, decidendo di continuare comunque con il viaggio, la storia si sarebbe potuta protrarre per altre 200 puntate senza darmi problemi. Ma porco pene, più di 700 puntate (con annessi 80 e passa volumi del rispettivo manga) mi sembrano davvero eccessivi. Va bene il successo, va bene la montagna di denaro che gira attorno all'opera ed i suoi derivati, come videogiochi e merchandising vario, ma veramente: basta!
Seguaci di One Piece, non offendetevi, ho usato il vostro fumetto preferito solo come esempio, ma potrei dire lo stesso di Conan. No, non il ragazzo del futuro, ma il detective trasformato in bambino che da oltre 800 puntate vuole scoprire come tornare adulto. Passando poi per le serie TV, come non citare il famigerato The Big Bang Theory, arrivato a quota 200 e passa puntate: una vera gallina dalle uova d'oro, che ha trasformato in novizi nerd milioni di ragazzi. Per concludere, penso che a tutto ci debba essere un limite, perché portare avanti un progetto in modo indefinito senza sapere quando o come finirà, con il solo scopo di guadagnare più denaro possibile, alla lunga compromette la qualità generale dell'opera. Ci sono intere serie, sia a fumetti che non, rovinate da finali sbrigativi o inconcludenti, fatti giusto per obbligo verso i pochi ancora interessati a tale prodotto. Per non parlare poi, di tutte quelle serie che un finale neppure ce l'hanno. E voi, cosa pensate delle seghe infinite?
Seguaci di One Piece, non offendetevi, ho usato il vostro fumetto preferito solo come esempio, ma potrei dire lo stesso di Conan. No, non il ragazzo del futuro, ma il detective trasformato in bambino che da oltre 800 puntate vuole scoprire come tornare adulto. Passando poi per le serie TV, come non citare il famigerato The Big Bang Theory, arrivato a quota 200 e passa puntate: una vera gallina dalle uova d'oro, che ha trasformato in novizi nerd milioni di ragazzi. Per concludere, penso che a tutto ci debba essere un limite, perché portare avanti un progetto in modo indefinito senza sapere quando o come finirà, con il solo scopo di guadagnare più denaro possibile, alla lunga compromette la qualità generale dell'opera. Ci sono intere serie, sia a fumetti che non, rovinate da finali sbrigativi o inconcludenti, fatti giusto per obbligo verso i pochi ancora interessati a tale prodotto. Per non parlare poi, di tutte quelle serie che un finale neppure ce l'hanno. E voi, cosa pensate delle seghe infinite?
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Fake in China 7: la guerra dei tarocchi
Per scusarmi della forzata assenza dal blog, causa mancanza di tempo, vi ho preparato un nuovo capitolo dell'infinita saga di Fake in China, la rubrica più tarocca dell'Internet. Cosa si nasconde nei meandri degli scaffali dei negozietti cinesi? Quali altre meraviglie dell'ignoranza hanno fabbricato? Tenetevi pronti, perché il viaggio sta per iniziare.
Dopo il casino della Civil War, gli Avengers cercano nuovi membri per la squadra. Qui si è presentato Ben 10 affetto dalla febbre del sabato sera.
Quando i Transformers incontrano gli Angry Birds, ma lungo il tragitto hanno un incidente, ne viene fuori questo povero Angry Birds Deformation. Talmente brutto da fare quasi tenerezza. Ho scritto quasi.
Turly-Gang, il giocattolo più gaio dell'universo.
Pocahontas, la principessa guerriera forgiata dal fuoco di mille battaglie. Ah no, aspetta, quella era un'altra.
Anche Ultraman è passato al lato gaio della forza. Per l'occasione ha assunto pure la posizione della "pistola sparabolle di sapone".
Adventure Man, il cugggino povero di Rambo.
Manca solo il tipo delle pubblicità delle suonerie del telefonino e abbiamo raggiunto il top del trash.
"The best gift for children" recita lo slogan. Ovvio, perché comprargli un set LEGO o la Play, quando puoi prendere a tuo figlio la super pistola spaziale di Winnie-the-Pooh!
Il pupazzino più pezzente di tutti, talmente pezzente da non meritarsi nemmeno una grafica sulla confezione.
Quando Toy Story viene ambientato nel mondo di Mad Max. "Verso il Valhalla e oltre!"
Jurassic Gang-Bang, nei migliori cinema zozzi della tua città.
Qui invece hanno voluto esagerare, tirando in ballo pure il figlio del Grande Boss Astrale.
Ma alla fine hanno deciso: tremate forze del male, perché sono arrivati Masha e Orso a rompervi il chiulo!
Gli altri Fake in China:
Gli speciali:
Gli spin-off:
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Cthulhu Virtual Pet, molto meglio di un Tamagotchi
Se il vostro sogno più recondito è quello di prendersi cura di un piccolo e dolce Cthulhu, allevandolo, nutrendolo, adorandolo e assecondando la sua sete di sangue, allora questa app è fatta apposta per voi.
Disponibile già da parecchio tempo, Cthulhu Virtual Petè l'evoluzione del famosissimo Tamagotchi dove, al posto di animaletti idioti, ci si deve prendere cura della Terrificante creatura lovecraftiana. Sviluppata da NeuroCreativa, questa applicazione è totalmente gratuita sui vari App Store; non si spendono soldi, ma la pubblicità ogni tanto può apparire, quindi siete avvisati a stare attenti a non pigiare a caso quando esce il banner.
La meccanica è semplice e intuitiva: si parte dalla forma primordiale di Cthulhu, un piccolo polpetto che ha sempre fame o sonno; quindi va nutrito scegliendo tra pesci, lucertole o umani. Faccio senza dirvi cosa gli piaccia di più. Per mantenere il piccoletto sempre allegro si può decidere di fargli compiere determinate azioni, come distruggere città, attaccare navi, terrorizzare persone nel sonno o farlo adorare dai suoi adepti. Perché sì, il nostro dio tascabile ha pure la sua schiera di devoti, pronti a tutto pur di assecondarlo, nonostante lui se ne mangi sempre qualcuno ogni volta che gli girano i cojones. Per ogni azione che si compie vengono spesi dei punti, che vengono accumulati tramite cinque mini giochi diversi. Un'altra cosa carina di Cthulhu Virtual Pet è la semplice ma efficace interfaccia di gioco, che ti consente di sapere in qualsiasi momento lo stato di salute del Terrificante, compreso l'età e il peso. Il mio è obeso. Nella parte inferiore dello schermo è presente una barra che si riempie col passare dei giorni, una volta caricata tutta, Cthulhu passa da essere un grazioso polpetto kawaii alla sua forma classica con gambe, braccia e ali.
Cosa dire, se adorate Lovecraft e anche un po' i vecchi Tamagotchi, Cthulhu Virtual Pet saprà come accontentarvi. L'importante è ricordarsi di pulire quando caga.
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Cosa dire, se adorate Lovecraft e anche un po' i vecchi Tamagotchi, Cthulhu Virtual Pet saprà come accontentarvi. L'importante è ricordarsi di pulire quando caga.
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In nomine
Ho guardato nell'abisso e non ho provato paura; ho vagato senza meta nelle lande grondanti di sangue, dove l'oscurità ha banchettato con la mia anima, facendola a brandelli e dandola in pasto alle immondi bestie. Ho camminato per così tanto tempo che la carne sotto ai miei piedi si è consumata fino alle ossa; il dolore non mi appartiene più, nessuna sensazione pervade il mio corpo da secoli, perché questa è la mia punizione. Il mio castigo per aver osato sfidare il suo sguardo. Nessuna creatura può levare il capo in sua presenza, poiché tutto il creato è ora sotto il suo dominio, e noi tutti siamo le sue larve. Vuoti contenitori con l'unico scopo di riprodursi, in modo da fornirgli sostentamento eterno con le nostre anime e quelle dei nostri discendenti a Lui e a tutta la sua stirpe di bestie fameliche, generate dal peccato, dalla perversione di noi umani. Prima di tutto questo io ero un uomo comune, senza particolari ambizioni nella vita, senza una famiglia, senza un vero scopo: fino a quando non ho scoperto il culto. In breve tempo ne divenni completamente assuefatto; sentivo il bisogno fisico di pregare in ogni momento della giornata, lasciai il lavoro per potermi dedicare completamente ad esso. Eravamo in milioni, provenienti da ogni parte del mondo, per secoli nascosti in scantinai bui, in templi vecchi di millenni e dimenticati dal tempo; noi rappresentavamo la stirpe eletta dal cuore delle tenebre, gli uomini che avrebbero trasceso il senso stesso della vita, divenendo tutt'uno con Lui, l'innominabile. Il giorno del suo risveglio, quando il genere umano venne fagocitato dalla sua implacabile fame, io osservai tutto questo e non provai il benché minimo risentimento, nonostante fossi uno dei responsabili della fine del mondo, mi sentivo finalmente completo, come se avessi realizzato il sogno della mia vita. Una volta divorato l'ultimo essere vivente, Lui allungò le sue infinite appendici fino a raggiungere ogni angolo del pianeta alla ricerca dei suoi adoratori. Ricordo perfettamente il momento in cui venni avvolto dalle tenebre, quando ogni fibra del mio corpo evaporò. Poi mi ritrovai completamente nudo, avvolto in una placenta e immerso nel suo sacro sangue: ero divenuto uno dei suoi figli, uno della prima generazione. Sentivo scorrere in me i pensieri di ogni suo figlio, eravamo collegati l'uno con l'altro, formando una fitta rete di emozioni e coscienze che confluivano in Lui.
Una volta uscito dalla placenta, il mio corpo era completamente cambiato, ma la mente è sempre rimasta la stessa di prima. Conservo tutt'ora i ricordi della mia vita precedente da umano, anche se fatico a concepire molte delle cose che un tempo facevano di me un uomo, come il provare sentimenti, la paura, il dolore, l'amore. Cose che non mi appartengono più, ma che in qualche modo sono rimaste impresse indelebilmente nella mia testa, forse per errore, visto che sembro essere l'unico dei suoi figli ad avere ancora un briciolo di coscienza umana. Gli altri, vuoti corpi dediti al continuo fecondarsi e riprodursi, sono divenuti esseri apatici e spenti; io invece penso, agisco, medito, mi ergo in piedi e non sento più il bisogno di pregare l'innominabile. Per questo motivo sono stato allontanato, perché ho osato alzare lo sguardo verso il mio creatore, con lo scopo di chiedergli qualcosa, volevo interagire con quella entità sovrana così distante e così vicina. Talmente vicina che ho potuto sentire i suoi pensieri nella mia testa, e di conseguenza lui ha sentito i miei, ha avvertito cosa stessi per pronunciare e mi ha fermato appena in tempo. In un istante il buio mi ha circondato ed il terreno sotto i miei piedi è sprofondato, facendomi sparire alla sua vista. Sono diventato un reietto, condannato a camminare nell'oblio in quella che una volta era la Terra, mentre ora non è altro che una landa informe e logora del sangue di tutto il genere umano, abitata dalle creature nate dal nostro peccato che si cibano dei frammenti della mia esistenza, senza lasciarmi morire, poiché il dono che mi ha fatto Lui prima di cacciarmi è stata la vita eterna, costretto ad un eterno dolore per aver pensato di porgli una semplice domanda: "Qual è il tuo nome?".
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5 ipotetici supereroi italiani
Seguenda la discussione nata sul blog La Bara Volante, e proseguita su quello del buon Miki Moz, volevo valutare se effettivamente la nostra Italia non è un paese per supereroi. Per questo motivo ho deciso di provare ad immaginare cinque ipotetici eroi dello Stivale, con storie ambientate nelle nostre città, alle prese con situazioni a noi più o meno familiari; quindi niente mostri alieni o americanate varie, perché qui da noi, non c'è mica l'HYDRA o il Joker. Noi abbiamo la mafia ed i parlamentari corrotti. Che se proprio vogliamo dirlo, sono molto più pericolosi e fanno più paura. Ma comunque, detto che a noi italiani gli Avengers ci puliscono casa ed i vari Batman e soci ci portano giù il cane a pisciare, vediamo insieme chi sarebbero questi miei cinque ipotetici supereroi italiani. Iniziamo con:
L'Alieno
GLADIUS
Un ladro su commissione che ruba oggetti d'arte e antichi manufatti, una notte viene incaricato di recuperare da un museo un'antica spada romana perfettamente conservata, una Gladius appunto, l'arma per eccellenza dei legionari romani. Ma qualcosa nel furto va storto, uno dei guardiani apre il fuoco contro il povero ladro mentre tenta di scappare; mortalmente ferito, il suo sangue entra in contatto con la spada che risveglia un antico potere. Così facendo, lo spirito di un leggendario soldato dell'impero romano entra nel corpo del ladro, fondendosi con lui e donandogli poteri quasi divini. Una volta risvegliato dal coma farmacologico, il protagonista scopre di essere stato portato in un ospedale per le cure del caso, nonostante i medici non capiscano come possa essere ancora vivo, dato che la pallottola sparata dalla guardia gli ha perforato il cuore da parte a parte. Nonostante questo, il ladro non è ancora a conoscenza del fatto che ora in lui è racchiuso lo spirito del legionario romano, quindi decide incautamente di scappare dall'ospedale per evitare l'arresto, visto che la sua camera è sorvegliata costantemente da due carabinieri, in attesa che si riprendi per poterlo portare davanti ad un giudice per l'inevitabile condanna. Nella rocambolesca fuga però, rischia di rimanere ucciso nuovamente in un incidente stradale, ma lo spirito del legionario si rivela in tutta la sua forza e dopo averlo nuovamente salvato, si rivela allo sfortunato protagonista, che lentamente viene condotto verso la retta via. Dopo qualche prova sul campo, contro piccoli spacciatori di quartiere e qualche ladruncolo, l'ex ladro cambia identità e diviene l'eroico Gladius, in lotta contro la criminalità organizzata e le ingiustizie di un'Italia allo sbando. Il suo costume è una replica di quello usato dai legionari romani, tranne che per i materiali utilizzati, come piastre in kevlar, mentre la spada è la stessa che aveva cercato di rubare all'inizio della sua storia, questa volta però donatagli direttamente dal direttore del museo, dopo essere stato fortuitamente salvato da Gladius ed essere venuto a conoscenza del suo segreto.
90
Il più grande pilota automobilistico italiano dei primi anni del 2000, ha vinto ogni più grande competizione su strada e non, ed è ad un passo per la promozione nella Formula 1. Peccato per il suo carattere scontroso, per il vizio della bottiglia e gli scandali che lo circondano, della moglie sempre maltrattata e tradita e del figlio mai voluto. Il giorno della sua ultima gara prima del passaggio di categoria, il suo più acerrimo rivale lo supera proprio durante l'ultimo giro, la lotta tra i due per la prima posizione si fa sempre più accesa, fino all'ultima curva prima del rettilineo finale, dove il protagonista decide di spingersi fino al limite pur di vincere anche quest'ultima gara. Ma basta un piccolo errore di calcolo della traiettoria e la sua macchina finisce fuori strada, per poi schiantarsi contro il muretto di cinta ad una velocità folle. Per lui non c'è nulla da fare, la macchina numero 90 è completamente distrutta, ed il famosissimo e promettente pilota ha perso la vita proprio il giorno in cui avrebbe dovuto festeggiare il passaggio alla Formula 1. Passano gli anni, suo figlio è cresciuto con l'odio verso quel padre che tutti lodano come il più grande pilota di sempre, ma che in realtà non era altro che un violento ed egocentrico bastardo. Per questo motivo, nonostante la passione per la macchine, il ragazzo preferisce gareggiare in corse clandestine, fare il corriere per lo spaccio delle piccole gang della città e darsi al crimine su strada. Tutto questo pur di non avvicinarsi minimamente a quello che rappresentava il padre per i suoi fan; ma il destino è beffardo, ed io ancora di più. Infatti durante una delle gare del ragazzo, al bordo della strada appare una misteriosa macchina con il numero 90 sulla fiancata. A bordo c'è seduto un uomo completamente vestito di nero, con un casco da pilota a celargli il viso. Una sorta di Stig oscuro, per chi segue Top Gear sa di cosa parlo, che tenta in tutti i modi di bloccare la gara clandestina del ragazzo, fino a farlo andare fuori strada per eliminarlo dalla competizione. Per farla breve, 90 sarebbe perfetta per una mini serie, dove lo spirito redento del padre vorrebbe salvare la vita del figlio, allontanandolo dalle cattive compagnie e aiutandolo a diventare il migliore pilota di sempre. 90 sarebbe un supereroe quasi ad personam, ma comunque un supereroe misterioso, in grado di salvare persone a bordo del suo bolide fantasma. Mi piacerebbe leggere una storia del genere, fatta di sensi di colpa, epicità e velocità estrema. Una redenzione perfetta.
Shinryu - il pugno del drago
La protagonista di questa serie sarebbe una ragazza di origini cinesi, ma nata in Italia e con la passione per la moda ed il design; sogna di divenire una famosa stilista, per questo frequenta una scuola di moda, mentre nel tempo libero aiuta i genitori nel loro piccolo bar. Una sera però, vede il padre tornare a casa coperto di lividi e ferite procurategli come avvertimento da parte della mafia cinese, interessata ad avere una parte dei ricavi del bar in cambio della loro incolumità. Il problema è che la famiglia della protagonista sta facendo grossi sacrifici per poterle mantenere gli studi alla scuola di moda, per questo motivo, non riuscendo a pagare il pizzo alla malavita cinese, il bar viene vandalizzato e dato alle fiamme, mentre il padre viene gambizzato sulla porta di casa. La ragazza allora, decide di ribellarsi e vendicarsi del male subito: fin da piccola, il nonno le ha insegnato le antiche arti marziali cinesi, di cui era un famoso maestro, in modo che mai nessuno le potesse mettere i piedi in testa in nessuna occasione, perché la dignità umana non ha un prezzo. Una volta cucitasi un vestito da supereroina, assume l'identità di Shinryu, il pugno del drago, con lo scopo di sconfiggere e assicurare alla giustizia il clan mafioso che minaccia la sua famiglia. Mi piacerebbe fosse sviluppata come una serie giovanile, dove contrapposto alla parte da supereroina notturna del genere Kung-Fu, ci fosse quella da ragazzina in età scolare, con tutti i vari problemi dovuti alla giovane età e al suo essere cinese in Italia. Una ragazza orientale che vuole vivere all'occidentale, ma che nonostante tutto è legata alle sue tradizioni più di quanto voglia ammetterlo. Due culture contrapposte che danno vita ad una eroina giovane e motivata. Iron-Fist della Marvel vatti a nascondere.
Il Guardiano
Questo è l'unico personaggio a cui ho veramente dedicato del tempo prima di questo post, dato che qualche tempo fa mi venne l'idea di realizzare una fanzine tra amici; poi una cosa tira l'altra e ad ora il progetto è completamente fermo. Comunque: la storia sarebbe ambientata nella mia città (MN) ma in un ipotetico futuro non troppo lontano, dalle atmosfere simil cyberpunk. Palazzoni moderni che spiccano dal centro storico medioevale, luci al neon, pioggia e nebbia chimica tutto l'anno, grazie alle industrie poste alle porte della città che inquinano come se non ci fosse un domani. La maggior parte della popolazione vive nel degrado, mentre l'altra metà rappresenta la medio-alta borghesia cittadina; la criminalità e la disoccupazione sono alle stelle, la giunta comunale è rappresentata da viscidi individui disposti a tutto pur di tenersi stretta la poltrona sotto al culo, mentre le organizzazioni criminali hanno le mani in pasta su tutto il territorio. La storia partirebbe da un gruppetto di teppistelli che rapinano un negozio indisturbati, mentre i passati non fanno nulla per aiutare il negoziante, che terrorizzato invoca aiuto nell'indifferenza più totale. Le forze di polizia ritardano ad arrivare, ed il gruppetto di ladri è nel frattempo già scappato con la refurtiva, ma un'ombra li sta pedinando saltando da un tetto all'altro. Quando si accorgono di essere seguiti è ormai troppo tardi: uno a uno vengono gonfiati di botte dal misterioso inseguitore. Quando l'ultimo dei ladri è disteso a terra dolorante, l'uomo misterioso gli si avvicina e con voce rauca e profonda gli dice: <<Urlalo con quanto fiato hai in corpo, gridalo più forte che puoi, gridalo fino a scuotere le fondamenta di questa città, voglio che tutti sappiano che il Guardiano è tornato!>>. Ma questo vigilante mascherato non sarebbe il vero protagonista della storia, perché tutto girerebbe attorno alla vita di una giovane ragazza, una giornalista della gazzetta on-line della città. Una giovane reporter con la madre malata terminale, la sorella trasferitasi in un'altra città con la famiglia e un grande segreto da custodire: suo padre era l'originale Guardiano, morto in un incendio dodici anni prima, durante lo scontro con il suo più grande nemico. Per questo motivo, alla notizia del ritorno del Guardiano, la ragazza è motivata più che mai a scoprire chi si celi dietro la maschera. Tra criminali di strada, mafiosi, politici corrotti e le solite cose che si sentono ogni giorno al TG, la serie avrebbe uno stile molto noir.
Per il costume del Guardiano avevo in mente un misto tra Darkman e Spider-Man noir, con uno spolverino logoro e pieno di fibbie, un cappello molto largo per i giochi di ombre sul viso, un passamontagna ed un paio di occhiali d'aviatore, un giubbotto antiproiettile e anfibi. Un look che faccia intuire la sua natura molto casereccia, fatto con quello che è riuscito a trovare in giro. Forse un giorno ne saprete di più, forse invece rimarrà sempre nella mia testa. Vedremo.
L'Alieno
Di questo non ho trovato immagini utili a farvi degli esempi, vi basti sapere che sarebbe una sorta di Superman de noantri. Un uomo si sveglia completamente nudo nel bel mezzo del nulla, attorno a lui il terreno sembra essere stato bruciato da una forte esplosione. Non ricorda il suo nome, cosa gli sia successo e come mai si trovi lì, l'unica cosa certa è che non ha impronte digitali, è completamente glabro e non ha nessun segno particolare. Un perfetto John Doe o un Marco Rossi qualunque. Il nostro povero sfortunato pelatone però, continuando a camminare nudo, arriva fino alla periferia di una città, dove attira l'attenzione dei passati che avvertono la polizia di un tipo leggermente sospetto che gira col birillo di fuori. Arrivati sul posto lo portano in centrale per gli accertamenti del caso, ma lungo la strada per il commissariato, assistono ad un incidente dove una ragazza rimane incastrata tra le lamiere della sua macchina in fiamme. Ovviamente, il misterioso nudista si libera dalle manette come fossero di carta e si lancia ad aiutare la ragazza: le fiamme non lo bruciano, le lamiere della macchine si piegano tra le sue mani senza il minimo sforzo, riuscendo così a salvare la ragazza, sotto gli occhi increduli dei poliziotti e della folla accorsa ad assistere all'incidente. Tutti col telefonino in mano a filmare le incredibili gesta di quello che viene subito additato come "l'Alieno", un vero e proprio supereroe dal passato misterioso, senza un'identità se non quel nomignolo datogli dai giornalisti. Lui fugge via volando, non capisce cosa sia, cosa voglia la gente da lui, del perché ogni volta che compie un'azione che vede come scontata, come ad esempio salvare una vita, tutti si stupiscano. C'è chi lo considera il nuovo Messia, chi ha paura di lui, chi crede che sia davvero un alieno e chi ancora crede che si tratti di una trovata pubblicitaria; poi c'è lo Stato, che per conto della NATO lo vuole catturare a tutti i costi. L'unica persona che da lui non vuole nulla se non la sua amicizia è un bambino, cresciuto col mito dei supereroi, vede nell'Alieno il suo sogno divenuto realtà. Con lui può volare, può sentirsi felice e calcolato, visto che i suoi genitori divorziati preferiscono ognuno farsi la propria vita, trascurando i suoi bisogni di bambino. Per lui il misterioso Alieno è non solo un amico, ma pure un padre, un fratello, una famiglia. La storia avrebbe dei momenti davvero toccanti, specialmente quelli che mostrano il legame tra il bambino e il superuomo delle stelle, sempre in lotta contro chi lo vuole usare come cavia per i suoi esperimenti, con una trama di fondo che vedrebbe i vari stati del mondo interessati a catturarlo a tutti i costi. Il costume non ho ben in testa come potrebbe essere, saprebbe tutto di già visto, quindi l'Alieno sarebbe tutto da studiare per bene. Specialmente perché le sue origini potrebbero non essere proprio aliene...
E con questo è tutto, spero che questi miei cinque ipotetici supereroi italiani vi abbiano incuriosito. Magari chissà, magari un giorno non molto lontano, pure dalle nostre parti potremo leggere storie di eroi in calzamaglia in modo serioso.
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Le 5 migliori versioni di Godzilla di sempre
Ovviamente secondo il mio modesto parere, che però da queste parti è verità assoluta. Chi mi conosce, sa bene quanto adori il lucertolone atomico della Toho, specialmente il suo aspetto da pupazzone di gomma affetto da strabismo; mi sono quindi chiesto, quali potessero essere le sue versioni migliori tra tutti i film usciti fino ad ora. Dopo una lunga ricerca (non più di due minuti) ho stilato questa piccola lista dei migliori cinque Godzilla in assoluto, dove ho ovviamente tralasciato l'iguana radioattivo del 1998, che tutti sanno quanto facesse schifo, pena e panico. Iniziamo quindi con:
1 - IL LUCERTOLONE DI GOMMA
(King Kong vs Godzilla)
1962
Stranamente, il Godzilla del 1962 è l'unico che assomiglia di più ad una lucertola rispetto a tutte le altre versioni. Strabico, gommoso, con l'espressione scazzata. Bellissimo, anche meglio del capostipite del '54.
2 - IL GODZILLA DEGLI ANNI 90
(Godzilla vs Biollante)
1989
Il Grande G così come l'ho conosciuto io: grosso, massiccio e incazzato. Per non parlare di quanto sia bello Godzilla vs Biollante, un dannato capolavoro del genere.
3 - IL GODZILLA MODERNO
(Godzilla: Final Wars)
2004
Per festeggiare i suoi primi cinquant'anni, nel 2004 la Toho riporta sui grandi schermi Godzilla, con una pellicola dove lo si vede prendere a calci nel chiulo quasi tutte le sue nemesi. Specialmente l'odiato Godzilla americano del 1998. Questa versione racchiude molte caratteristiche dei suoi predecessori, mantenendo però uno stile più realistico. Il film comunque mi ha fatto abbastanza cagare.
4 - LA VERSIONE AMERICANA VENUTA BENE
(Godzilla)
2014
Dopo il già citato troppe volte Godzilla del 1998, l'America ci riprova a dare vita ad una sua versione del Godzillasauro, questa volta però riuscendo nell'impresa. Mastodontico, massiccio ma fedele all'originale. Hanno già confermato un seguito e il crossover con la nuova serie di King Kong: fan dei kaijū, preparatevi a spruzzare dalla gioia.
5 - LA VERSIONE RACCAPRICCIANTE
(Godzilla Resurgence)
2016
La versione più malata e disturbante, che stravolge l'immagine classica, dandogli le sembianze di un mostro abominevole e malvagio. Già lo adoro.
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Il Drago Invisibile, il teaser trailer italiano
Ebbene sì, la prima volta che lo vidi, nel lontano 1997, piansi per un pomeriggio intero. Non chiedetemi il perché, forse era una giornata particolarmente sensibile, o forse mi affezionai troppo al drago; sta di fatto che per anni non lo volli più rivedere, poi, a tradimento, la Disney mi sputa fuori il remake moderno. E niente, sono già pronto a infrangere la prima regola di un vero UOMO: non piangere mai, specialmente per un film per bambini.
L'originale Pete's Dragon -da noi Elliott il drago invisibile- è datato 1977, ed è un film girato con tecnica mista, dove il drago Elliott appariva come un disegno animato in mezzo agli attori in carne e ossa. La trama girava attorno alla figura di Peter (Pete), un giovane orfanello sfruttato e maltrattato dai genitori adottivi, che ha come unico amico il drago Elliott, in grado di diventare invisibile a suo piacimento.
In questo remake moderno, il drago è ovviamente fatto in digitale, con un notevole redesign per renderlo molto più verosimile. Tra gli attori principali c'è la rossa Bryce Dallas Howard, figlia del famosissimo Ron Howard, che interpreta la guardia forestale che trova il piccolo Pete, interpretato dal giovane Oakes Fegley; altri attori presenti nella pellicola sono il leggendario Robert Redford, Karl Urban, Wes Bentley, Isiah Whitlock Jr., Craig Hall e Oona Laurence. Diretto da David Lowery, il film uscirà nelle sale ad agosto. Giusto in tempo per fare la scorta di fazzolettini.
L'originale Pete's Dragon -da noi Elliott il drago invisibile- è datato 1977, ed è un film girato con tecnica mista, dove il drago Elliott appariva come un disegno animato in mezzo agli attori in carne e ossa. La trama girava attorno alla figura di Peter (Pete), un giovane orfanello sfruttato e maltrattato dai genitori adottivi, che ha come unico amico il drago Elliott, in grado di diventare invisibile a suo piacimento.
In questo remake moderno, il drago è ovviamente fatto in digitale, con un notevole redesign per renderlo molto più verosimile. Tra gli attori principali c'è la rossa Bryce Dallas Howard, figlia del famosissimo Ron Howard, che interpreta la guardia forestale che trova il piccolo Pete, interpretato dal giovane Oakes Fegley; altri attori presenti nella pellicola sono il leggendario Robert Redford, Karl Urban, Wes Bentley, Isiah Whitlock Jr., Craig Hall e Oona Laurence. Diretto da David Lowery, il film uscirà nelle sale ad agosto. Giusto in tempo per fare la scorta di fazzolettini.
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Venerdì coin-op L
Ritorna l'appuntamento col Venerdì coin-op, la rubriche sui cabinati da sala giochi più famosi di sempre. Oggi, per festeggiare la cinquantesima puntata, vi porterò a caccia di tartarughe nelle fognature; no, non quelle ninja, le altre tartarughe, quelle di:
Sviluppato e prodotto da Nintendo nel 1983, Mario Bros. è un classicone delle sale giochi nato come spin-off della serie Donkey Kong. A differenza di quest'ultimo, un vero e proprio platform in cui si avanza saltando e scalando piattaforme, in Mario Bros. esiste un unico schema, che avanzando di livello cambia solo tematica.
Il gameplay è molto semplice e intuitivo: per ogni schema il giocatore deve eliminare tutti i nemici presenti sullo schermo, prima stordendoli e poi calciandoli. Per stordirli ci sono due modi, il primo è aspettare sotto ad una piattaforma il momento esatto del passaggio soprastante del nemico, per poi saltare e colpirla da sotto con la testa per rovesciarlo. Il secondo è quello di colpire il blocco centrale con la scritta POW, che stordisce tutti i nemici contemporaneamente; il blocco però, non può essere usato più di tre volte.
Per ogni nemico sconfitto, dalle tubature della fognatura esce una moneta, che se raccolta dona punti al giocatore. Ogni tot livelli, appare un gioco bonus dove si devono raccogliere dieci monete entro il tempo limite, in modo da accumulare molti più punti.
I nemici del gioco sono di quattro categorie: le tartarughe, iconiche nemiche di Mario; i granchi, che per essere sconfitti non basta rovesciarli una volta sola, ma anzi, questo li fa arrabbiare e aumentare di velocità nei movimenti; le mosche, invincibili fino a quando non si appoggiano al suolo e gli Slipice, dei ghiaccioli vivi e fastidiosi.
Durante l'avanzata nelle fasi del gioco, lo schema subisce dei piccoli cambiamenti, come la presenza di gocce d'acqua che, cadendo lentamente, formano dei ghiaccioli che in seguito si staccano per colpire il giocatore. Oltre ai nemici già citati, se Mario rimane troppo tempo bloccato in uno schema, appaiono delle sfere di fuoco che rimbalzano nello schermo in diagonale. Se poi si perde altro tempo, ecco che appaiono le sfere di fuoco verdi, che rimbalzano velocemente in ogni direzione prima di scomparire.
Mario Bros. è sì un platform, ma molto più semplificato rispetto a tanti altri titoli dell'epoca, come ad esempio il parente Donkey Kong. In questo capitolo, se giocato assieme ad un'altra persona, il secondo giocatore userà il fratello di Mario, Luigi, che qui fa la sua prima vera apparizione nel mondo dei videogiochi. Il titolo ebbe un grande successo tra il pubblico, venendo poi convertito per ogni tipo di console Nintendo, gettando le basi per una delle serie più famose di sempre: Super Mario Bros.
Sviluppato e prodotto da Nintendo nel 1983, Mario Bros. è un classicone delle sale giochi nato come spin-off della serie Donkey Kong. A differenza di quest'ultimo, un vero e proprio platform in cui si avanza saltando e scalando piattaforme, in Mario Bros. esiste un unico schema, che avanzando di livello cambia solo tematica.
Il gameplay è molto semplice e intuitivo: per ogni schema il giocatore deve eliminare tutti i nemici presenti sullo schermo, prima stordendoli e poi calciandoli. Per stordirli ci sono due modi, il primo è aspettare sotto ad una piattaforma il momento esatto del passaggio soprastante del nemico, per poi saltare e colpirla da sotto con la testa per rovesciarlo. Il secondo è quello di colpire il blocco centrale con la scritta POW, che stordisce tutti i nemici contemporaneamente; il blocco però, non può essere usato più di tre volte.
Per ogni nemico sconfitto, dalle tubature della fognatura esce una moneta, che se raccolta dona punti al giocatore. Ogni tot livelli, appare un gioco bonus dove si devono raccogliere dieci monete entro il tempo limite, in modo da accumulare molti più punti.
I nemici del gioco sono di quattro categorie: le tartarughe, iconiche nemiche di Mario; i granchi, che per essere sconfitti non basta rovesciarli una volta sola, ma anzi, questo li fa arrabbiare e aumentare di velocità nei movimenti; le mosche, invincibili fino a quando non si appoggiano al suolo e gli Slipice, dei ghiaccioli vivi e fastidiosi.
Durante l'avanzata nelle fasi del gioco, lo schema subisce dei piccoli cambiamenti, come la presenza di gocce d'acqua che, cadendo lentamente, formano dei ghiaccioli che in seguito si staccano per colpire il giocatore. Oltre ai nemici già citati, se Mario rimane troppo tempo bloccato in uno schema, appaiono delle sfere di fuoco che rimbalzano nello schermo in diagonale. Se poi si perde altro tempo, ecco che appaiono le sfere di fuoco verdi, che rimbalzano velocemente in ogni direzione prima di scomparire.
Mario Bros. è sì un platform, ma molto più semplificato rispetto a tanti altri titoli dell'epoca, come ad esempio il parente Donkey Kong. In questo capitolo, se giocato assieme ad un'altra persona, il secondo giocatore userà il fratello di Mario, Luigi, che qui fa la sua prima vera apparizione nel mondo dei videogiochi. Il titolo ebbe un grande successo tra il pubblico, venendo poi convertito per ogni tipo di console Nintendo, gettando le basi per una delle serie più famose di sempre: Super Mario Bros.
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LA RECEN(T)SIONE DI: NANOWAR - I Custodi dell'Acciaio Inox #0
Prodi sodali, è con gaudio piacere che vi recen(t)sisco il metalloso numero 0 del mascolino fumetto NANOWAR - I Custodi dell'Acciaio Inox, il primo magazine a fumetti de i NanowaR of Steel. Sigla.
Presentato per la prima volta alCosenza Comics nell'aprile scorso, il numero 0 (reperibile direttamente ai loro concerti) è edito da Villain Comics, mentre la serie sarà poi pubblicata dalla Magic Press e presentata a Lucca Comics & Games 2016. Il volumetto, di nemmeno trenta pagine, inizia col presentare quello che sarà l'eroe della testata: Giorgio, il Da Vinci dell'epoca d'oro delle televendite, che entrato in possesso della Padella del Potere e investito dal potere dell'acciaio inox, diventa Mastrothard, il Giorgio più forte e potente dell'universo.
Al fianco del prode eroe c'è l'immancabile Emi, il suo fedele elefantino, compagno di mille televendite che, grazie alla Padella del Potere, diviene la feroce cavalcatura da battaglia Battle-Phant. Ma non è finita qui, perché la forza che si cela all'interno della Padella è custodita da cinque divinità: i NanowaR. Ad aiutare il quintetto c'è poi l'indiscusso vero re di YouTube, Christian Ice, sempre in cerca di nuove missioni da compiere tramite i like sui social network.
Disegnato da Carlo Alberto Fiaschi (voce del gruppo), con soggetto e sceneggiatura sua e di Roberto Cirincione (Villain Comics), il volumetto scorre via veloce, piacevole da leggere ma soprattutto da vedere, grazie allo stile pulito del disegno e alle mille citazioni nerd presenti nelle tavole; per non parlare delle inserzioni simil medioevali e del poster centrale stile Cioè, con la foto della band in pose mascoline e da veri metallari. A chiudere l'albo una breve storia di Barba & Gianni, il barbagianni chitarrista in cerca di una band con cui suonare. Se vi sentite dei custodi dell'acciaio inox, questo fumetto fa al caso vostro, se invece non siete dei cultori del metallo, siete delle brutte persone. Trema He-Man, è arrivato Mastrothard!
Presentato per la prima volta alCosenza Comics nell'aprile scorso, il numero 0 (reperibile direttamente ai loro concerti) è edito da Villain Comics, mentre la serie sarà poi pubblicata dalla Magic Press e presentata a Lucca Comics & Games 2016. Il volumetto, di nemmeno trenta pagine, inizia col presentare quello che sarà l'eroe della testata: Giorgio, il Da Vinci dell'epoca d'oro delle televendite, che entrato in possesso della Padella del Potere e investito dal potere dell'acciaio inox, diventa Mastrothard, il Giorgio più forte e potente dell'universo.
Al fianco del prode eroe c'è l'immancabile Emi, il suo fedele elefantino, compagno di mille televendite che, grazie alla Padella del Potere, diviene la feroce cavalcatura da battaglia Battle-Phant. Ma non è finita qui, perché la forza che si cela all'interno della Padella è custodita da cinque divinità: i NanowaR. Ad aiutare il quintetto c'è poi l'indiscusso vero re di YouTube, Christian Ice, sempre in cerca di nuove missioni da compiere tramite i like sui social network.
Disegnato da Carlo Alberto Fiaschi (voce del gruppo), con soggetto e sceneggiatura sua e di Roberto Cirincione (Villain Comics), il volumetto scorre via veloce, piacevole da leggere ma soprattutto da vedere, grazie allo stile pulito del disegno e alle mille citazioni nerd presenti nelle tavole; per non parlare delle inserzioni simil medioevali e del poster centrale stile Cioè, con la foto della band in pose mascoline e da veri metallari. A chiudere l'albo una breve storia di Barba & Gianni, il barbagianni chitarrista in cerca di una band con cui suonare. Se vi sentite dei custodi dell'acciaio inox, questo fumetto fa al caso vostro, se invece non siete dei cultori del metallo, siete delle brutte persone. Trema He-Man, è arrivato Mastrothard!
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Grezzo Festival 2016
Eccoci qui, l'estate è alle porte, le scuole finiscono ed il caldo inizia a farsi sentire; le ferie non sono poi così lontane, così come pure l'eco in lontananza dei famigerati tormentoni estivi. Ma qui arrivo io, che asfalto i vari motivetti orecchiabili e sfrangiamaroni con il festival più trash di sempre. Benvenuti al:
Dimenticatevi del commerciale Festivalbar, perché solo qui potrete (e dovrete) votare il vero e unico tormentone estivo di quest'estate che presto arriverà. Quattro canzoni, una più grezza dell'altra, un solo vincitore. Avete tempo una settimana per decidere chi tra di loro si aggiudicherà l'ambito premio del Grezzo Festival 2016; per votare vi basta lasciare un messaggio sotto al post con il nome della canzone, magari scrivendo il motivo per il quale l'avete votata. Mi raccomando, spammate in giro per la rete questo post, datemi una mano a far crescere il Grezzo Festival. Facciamo tremare quei vecchi di Sanremo. Che lo spettacolo abbia inizio!
PER LA CATEGORIA "NUOVE PROPOSTE CHE NESSUNO HA RICHIESTO":
Bonso El Kobra - La compagnia delle belle ragazze
Bonso è un artista alle prime armi, ma che dimostra il suo talento con rime ricercate, scandendo in modo chiaro e preciso le parole, nonostante ami usare idiomi dialettali non capibile ai più. Un rapper dal cuore folkloristico, insomma.
PER LA CATEGORIA "OSPITI EXTRACOMUNITARI":
Sandu Ciorba - Istanbulù
Il Grezzo Festival è onorato di ospitare il celeberrimo artista Sandu Ciorba, dalla Romania col furgone. Fanchiulo le canzoni latino-bagnapassere, è giunto il momento delle sonorità di Bucarest, fatte di violini suonati male, birra da discount e ignoranza molesta. Sandu Ciorba uno di noi!
PER LA CATEGORIA "ROCK AND ROLLA ('NA CANNA):
Falqui della Strada - Ginecologo
I Falqui ci deliziano con la loro Ginecologo, una canzone che mette in chiaro una volta per tutte che non è mica vero che è il lavoro più bello del mondo. Anche se forse è sempre meglio che fare l'andrologo, ma i gusti sono gusti e non si discute.
PER LA CATEGORIA "BIG (?)":
Bello FiGo - Salviamo i Marò
Lui, il più grande artista che il Grezzo Festival abbia mai avuto l'onore di ospitare. Il King dello Swag, l'unico e inimitabile Bello FiGo. Peccato che la canzone sia uscita in concomitanza del ritorno in patria dell'ultimo Marò, vanificando l'eccellente piano di Bello FiGo e i suoi amici. Sarà per la prossima volta.
Ora tocca a voi, spammate e votate!
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Saturday Night Beer - Dark Metal
Rieccoci qui, finalmente pronti per un nuovo appuntamento con la rubrica più alcolizzata della Mente, il Saturday Night Beer. Oggi per voi, ho deciso di parlare di una birra giovane, ma dall'anima nera come il nome che porta. Alcolisti metallari, questa è tutta per voi.
Una Imperial Stout prodotta dal Birrificio Indipendente ELAV, situato in quel di Comun Nuovo (BG) e fondato nel 2010, ma già detentore di diversi premi per le sue birre di qualità. Come scrivevo poco prima, la Dark Metal è una Imperial Stout nera come l'oscurità della notte, con una schiuma compatta e persistente, rilascia aromi di caffè e cioccolato, dovuti ai sei tipi di malti tostati usati per la sua creazione. In bocca lascia un piacevole gusto amaro, quasi di liquirizia; la gradazione alcolica è dell'8,5%, perfetta nella stagione fredda e per i metallari dal cuore glaciale che vogliono tanto bene al caprone.
Come dice l'etichetta: "METAL FOR MANIACS PURE!"
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Moana, il primo trailer del nuovo film d'animazione Disney (senza Cicciolina)
Ecco finalmente approdare on-line il primo trailer di Moana (Oceania da noi, per quella storia che poi i papà che scaricano illegalmente i film per i loro bimbi, cercando col nome Moana, potrebbero mostrare precocemente ai pargoli che le favole della cicogna e del campo di cavoli sono delle grandissime put#@nate), il nuovo lungometraggio animato Disney.
Diretto dal duo Ron Clements e John Musker, Oceania racconta l'epico viaggio di Vaiana (Moana, con la voce di Auli'i Cravalho) alla conquista del Pacifico, con lo scopo di proseguire il viaggio mai concluso dai suoi avi. Ad accompagnarla ci sarà Maui (doppiato dal famosissimo Dwayne Johnson, AKA The Rock, AKA quello con i muscoli sopra i muscoli sopra ad altri muscoli) il possente semidio con capacità mutaforme, Pua il maialino e Hei Hei (con la voce di Alan Tudyk) un gallo irascibile. Il film uscirà nelle sale americane il 23 novembre, mentre da noi altri è previsto per il 23 dicembre. Speriamo solo non sia un Frozen con i Māori.
Diretto dal duo Ron Clements e John Musker, Oceania racconta l'epico viaggio di Vaiana (Moana, con la voce di Auli'i Cravalho) alla conquista del Pacifico, con lo scopo di proseguire il viaggio mai concluso dai suoi avi. Ad accompagnarla ci sarà Maui (doppiato dal famosissimo Dwayne Johnson, AKA The Rock, AKA quello con i muscoli sopra i muscoli sopra ad altri muscoli) il possente semidio con capacità mutaforme, Pua il maialino e Hei Hei (con la voce di Alan Tudyk) un gallo irascibile. Il film uscirà nelle sale americane il 23 novembre, mentre da noi altri è previsto per il 23 dicembre. Speriamo solo non sia un Frozen con i Māori.
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Grezzo Festival 2016 - LA PREMIAZIONE
E alla fine eccoci qui, dopo una settimana di votazioni, siamo pronti a premiare il vincitore del Grezzo Festival 2016, la kermesse musicale più importante dell'Internet. Più o meno. Ma ora basta con le cavolate, perché siamo giunti al momento della premiazione. Rullino i tamburi!
Complimenti al vincitore, il King dello SWAG, l'unico e inimitabile Bello FiGo. Purtroppo non è potuto venire a ritirare l'ambito premio perché non è ancora tornato dall'India con tutti i suoi amici, ma non disperate, sono sicuro che presto avremo sue notizie.
Il vincitore del Grezzo Festival 2016è:
(SUSPENSE)
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Bello FiGo - Salviamo i Marò
Complimenti al vincitore, il King dello SWAG, l'unico e inimitabile Bello FiGo. Purtroppo non è potuto venire a ritirare l'ambito premio perché non è ancora tornato dall'India con tutti i suoi amici, ma non disperate, sono sicuro che presto avremo sue notizie.
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Venerdì coin-op LI
E rieccoci qui, con un nuovo episodio della rubrica Venerdì coin-op; oggi ho scelto per voi un gioco con il quale mi sono sempre divertito molto, specialmente giocandolo in doppio con un amico. Preparatevi quindi per la guerra con:
Sviluppato da Saurus e pubblicato dalla SNK, Shock Troopers è uno sparatutto a scorrimento multidirezionale: in pratica è possibile muovere liberamente il personaggio per lo schermo, mentre con il resto dei tasti si tirano bombe, fucilate, si fanno capriole e si danno calcinculo ai nemici.
Lo scopo del gioco è quello di salvare una giovane ragazza, rapita dall'esercito terrorista dei Bloody Scorpions con l'intento di farsi consegnare dal nonno scienziato un potente farmaco, in grado di controllare le menti delle persone per trasformarle in soldati perfetti. Per contrastare questa minaccia, il giocatore può scegliere uno tra gli otto personaggi utilizzabili, ognuno dei quali armato con una propria arma e con abilità diverse tra loro.È inoltre possibile giocare la partita con l'opzione team battle, che permette di selezionare fino a tre personaggi diversi e usarli in battaglia, scambiandoli tra loro a seconda delle necessità premendo un tasto.
I livelli sono in tutto sei, scegliendo all'inizio del gioco quale percorso prendere tra la montagna, la giungla o la valle; l'azione del gioco è molto variegata, passando da combattimenti in sella ad una motociclette, per poi salire sul tetto di un treno in corsa, affrontando l'esercito nemico che giunge da ogni direzione, combattendo i semi-boss di metà livello, fino ad arrivare ai boss veri e propri.
Ogni personaggio dispone di un suo attacco speciale, mentre le armi principali possono essere cambiate raccogliendone di nuove dai nemici sconfitti. Durante le fasi di combattimento, in caso in cui il nemico sia troppo vicino al giocatore, quest'ultimo lo ucciderà utilizzando il coltello invece che sparandogli.
Shock Troopers è riapparso in tempi abbastanza recenti nella raccolta per PlayStation 2 e PSP"SNK Arcade Classics Vol. 1", ma non è mai stato convertito per nessun'altra console. Ebbe un seguito nel 1998, "Shock Troopers 2nd Squad", che però non ha punti in comune col primo capitolo, ma forse ne parleremo meglio in un secondo momento.
Sviluppato da Saurus e pubblicato dalla SNK, Shock Troopers è uno sparatutto a scorrimento multidirezionale: in pratica è possibile muovere liberamente il personaggio per lo schermo, mentre con il resto dei tasti si tirano bombe, fucilate, si fanno capriole e si danno calcinculo ai nemici.
Lo scopo del gioco è quello di salvare una giovane ragazza, rapita dall'esercito terrorista dei Bloody Scorpions con l'intento di farsi consegnare dal nonno scienziato un potente farmaco, in grado di controllare le menti delle persone per trasformarle in soldati perfetti. Per contrastare questa minaccia, il giocatore può scegliere uno tra gli otto personaggi utilizzabili, ognuno dei quali armato con una propria arma e con abilità diverse tra loro.È inoltre possibile giocare la partita con l'opzione team battle, che permette di selezionare fino a tre personaggi diversi e usarli in battaglia, scambiandoli tra loro a seconda delle necessità premendo un tasto.
I livelli sono in tutto sei, scegliendo all'inizio del gioco quale percorso prendere tra la montagna, la giungla o la valle; l'azione del gioco è molto variegata, passando da combattimenti in sella ad una motociclette, per poi salire sul tetto di un treno in corsa, affrontando l'esercito nemico che giunge da ogni direzione, combattendo i semi-boss di metà livello, fino ad arrivare ai boss veri e propri.
Ogni personaggio dispone di un suo attacco speciale, mentre le armi principali possono essere cambiate raccogliendone di nuove dai nemici sconfitti. Durante le fasi di combattimento, in caso in cui il nemico sia troppo vicino al giocatore, quest'ultimo lo ucciderà utilizzando il coltello invece che sparandogli.
Shock Troopers è riapparso in tempi abbastanza recenti nella raccolta per PlayStation 2 e PSP"SNK Arcade Classics Vol. 1", ma non è mai stato convertito per nessun'altra console. Ebbe un seguito nel 1998, "Shock Troopers 2nd Squad", che però non ha punti in comune col primo capitolo, ma forse ne parleremo meglio in un secondo momento.
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Fake in Cinema
E con immensa felicità, sono orgoglioso di potervi portare per mano in questo nuovo viaggio nel trash; siamo partiti anni fa con la rubrica Fake in China, dove i giocattoli e gli oggetti più taroccati del mondo hanno minato la nostra sanità mentale, mostrandoci cose che noi umani non avremmo mai potuto immaginare. Ma è giunto il momento di andare oltre, è ora di sbarcare in un nuovo territorio con questo spin-off della serie FiC, ecco a voi il primo:
Gli spin-off:
Già il film con Halle Berry è orrendo, se poi me la disegnano con la testa a missile e con un gatto demone, le cose non possono che peggiorare.
Ash dopo un frontale assomiglia in modo incredibile a Salvador Dalì.
Uno dei film a cui sono più affezionato, qui rovinato grazie al dinosauro più brutto che abbia mai visto. Per non parlare di come mi hanno ridotto la povera Raquel Welch, ai tempi gran bel pezzo di figura.
Schizzi seminali sul poster di Alien, fatto da uno che Alien non lo ha mai visto. Probabilmente.
Qualcuno di voi sa spiegarmi cosa sia quel "coso" volante? Perché nonostante conosca il film a memoria, giuro di non averlo mai notato
Stranamente, questa è pure fatta bene. Bravo il nostro taroccatore di locandine.
Il nuovo hobby di Adam Kadmon.
Michael Jackson, sei tu?
Avete visto tutti quel capolavoro di Mafia vs. Ninja, vero? Se la risposta è no, fatelo subito.
Conan con l'ascesso dentale, afferra in modo vigoroso la sua fallica spada, mentre il mostro alle sue spalle sbava sangue dall'eccitazione.
Gli altri Fake in China:
Gli speciali:
Gli spin-off:
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