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Channel: Nella MENTE di ZERO
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La vostra opinione su...gli Oscar 2016

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Ok, tutti sanno che finalmente, l'uomo che ha generato più meme al mondo, Leonardo DiCaprio, ha vinto il suo primo Oscar. Così come anche il maestro Morricone, che grazie alla colonna sonora dell'ultimo film di Tarantino, The Hateful Eight, è riuscito ha portarsi a casa l'ambita statuetta. Ma siamo sicuri che entrambi gli artisti si siano meritati i rispettivi Oscar? Io, personalmente, credo di no; o meglio, penso che in passato abbiano avuto occasioni migliori. Basti pensare alla colonna sonora di Mission, oppure a quella de Gli intoccabili, che sinceramente le reputo una spanna sopra a quella del film di Tarantino. E il povero Leo, che dopo sei nomination, tra cui quella per The Wolf of Wall Street, riesce a portarsi a casa l'Oscar per un film in cui ansima, si sbava addosso e si trascina a fatica per tutta la durata della pellicola. Ma questi sono i misteri di Hollywood, dove non sai mai quando puoi aggiudicarti un premio Oscar; ed è quello che è capitato con Mad Max: Fury Road, che di statuette ne ha portate a casa ben sei. E diciamoci la verità, in pochi si sarebbero aspettati un successo del genere dal film di George Miller: l'uomo che fino a pochi anni fa sembrava sull'orlo del precipizio, da quando fece iniziare a ballare i pinguini e parlare i maiali. Voi invece cosa ne pensate degli Oscar 2016? Sono meritati? Oppure avreste fatto vincere altri artisti e film?

Land of the Lost - il telefilm misterioso di Solletico

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Per anni ho cercato sue notizie, ma per colpa del pochissimo materiale reperibile in rete, non sono mai riuscito a capire quale fosse la serie TV con i dinosauri trasmessa da Solletico. Fino a oggi. Perché signore e signori, finalmente ho svelato l'arcano!


Tutta colpa del cambio di nome, se per anni ho brancolato nel buio più totale; ma poi, ecco una botta di cul fortuna. E così, girovagando per caso su Internet, scopro che Land of the Lost -nel remake del 1991- in Italia venne ribattezzato Dinosauri tra noi. Che come sempre non capiamo una mazza in fatto di titoli. 


Per quelli che tra di voi si ricordano, o si sono ricordati ora, oppure frega nulla ma comunque stanno continuando a leggere, Land of the Lost (Dinosauri tra noi) è il rifacimento del 1991 di una vecchia serie TV del 1974, trasmessa in America dalla ABC, mentre da noi sulle reti Rai all'interno del mitologico Solletico. Anche la serie originale degli anni 70 è arrivata in Italia, chiamata però La valle dei dinosauri. Deduco quindi che il nome originale faceva schifo a qualcuno.


Nonostante entrambe le versioni, sia quella originale che quella degli anni 90, siano incentrate sul viaggio accidentale di una famiglia in un varco spazio-temporale, i nomi dei protagonisti sono diversi; così come lo sono pure i comprimari, alcuni nemici e le situazioni che devono affrontare. In origine era la famiglia Marshall, che durante un campeggio si ritrova catapultata in una dimensione parallela abitata da dinosauri, uomini lucertola chiamati Sleestak ed il popolo dei Pakuni, dei primati a metà strada tra l'uomo e la scimmia che aiutano più volte i malcapitati protagonisti. 


 
Nella versione del 1991 invece, tocca alla famiglia Porter a ritrovarsi nella "Valle dei dinosauri", dopo che la loro macchina viene inghiottita in una voragine nel terreno che conduce ad un varco spazio-temporale. Anche qui non manca l'incontro con diverse creature preistoriche e non, come il famelico Tirannosauro Scarface (quello del 1974 si chiamava Grumpy).



Oppure il docile cucciolo di Parasaurolophus Tasha (sempre nel '74, il dinosauro era invece un Apatosauro di nome Dopey).



Poi gli immancabili Sleestak, i Pakuni e soprattutto Christa: una Tarzan al femminile, costretta a crescere da sola e a sapersi arrangiare, dopo che anche lei e la sua famiglia sono rimasti intrappolati in quella dimensione in modo analogo ai Porter.


La serie originale conta in tutto 43 episodi, suddivisi in tre stagioni, mentre il remake del '91 è composto da soli 26 episodi spalmati su due stagioni. In entrambi i casi, ogni puntata è incentrata sul risolvere i segreti che si celano in quel luogo fuori dal tempo, dove passato, presente e futuro si fondono, dando vita ad un mondo abitato da dinosauri, popoli di altri pianeti, uomini primitivi e cavalieri. Ed è questo il motivo per cui da piccolo rimasi folgorato da questa serie: dove potevo trovare un altro telefilm in cui c'erano dinosauri famelici, alieni invasori e mondi fantastici, tutti nella stessa puntata?


Comunque: Land of the Lost ha avuto un tentativo di rilancio nel 2009, grazie alla pellicola di Brad Silberling con Will Ferrell, Danny McBride e Anna Friel che con la serie originale non c'entra una mazza. Talmente bello che quell'anno lì venne nominato per sette Razzie Awards. Quindi evitate pure la visione, giusto per non buttare via 102 minuti della vostra vita inutilmente come ha fatto il sottoscritto.


Come ogni serie TV per ragazzi che si rispetti, pure Land of the Lost ha avuto la sua carrellata di giocattoli e affini, che però non sono sicuro siano arrivati sugli scaffali dei negozi italiani.





Bene, ora che ho svelato il mistero, non mi resta che cercare le puntate e spararmele direttamente nelle retine, in ricordo dei bei tempi andati in cui passavo i pomeriggi a guardare Solletico. Beata ignoranza.

The day after Mantova Comics & Games 2016 - sono sopravvissuto

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E comunque sono sopravissuto anche a questo Mantova Comics & Games 2016, facendomi strada tra millemila Giappominchiacosplayer brutti e cosplayer bone, calca, sangue, violenza, ho fame, ho sete, devo fare pipì, che caldo, che freddo, piove di brutto, imprecazioni e scomuniche clericali; il tutto per accaparrarmi qualche cosetta carina, che magari vi mosterò meglio nei mesi (anni) a venire.


Specialmente quel modello di Schnabelgun dell'artista mantovano Kallamity, di cui ho preso un kit di montaggio a tiratura limitatissima che mi farà tirare giù parecchi santi, beati e divinità varie. Sicuro. Ma è una figata astrale.

Captain America: Civil War - il nuovo trailer, con Spider-Man

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Finalmente è ufficiale: in Captain America: Civil War ci sarà pure la prima comparsata di Spider-Man nell'universo cinematografico Marvel/Disney! Tanta roba, quindi mio caro 4 maggio sbrigati ad arrivare, che questo film mi ha messo una bella scimmia addosso.


Per chi non lo sapesse, il nuovo volto del tessiragnatele è il giovanissimo Tom Holland, famoso per aver interpretato a teatro il musical di Billy Elliot e qualche comparsata in film come Heart of the Sea - Le origini di Moby Dick. Vedremo come se la caverà contro nemici più agguerriti di ballerini in calzamaglia e balene bianche.

Almeno non è un finto-giovane come Tobey Maguire.

Venerdì coin-op XLVI

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Bentornati ad un nuovo appuntamento con la rubrica Venerdì coin-op; oggi dovremo aiutare il Кompagno Яusso Karnov a fronteggiare le forze del male, per ritrovare un inestimabile tesoro nell'omonimo:


Sviluppato e pubblicato dalla defunta Data East nel 1987, Karnov è un classicone del genere platform in cui il giocatore controlla un panciuto e baffuto sputafuoco proveniente dall'Asia Centrale, dotato di mistici poteri, alla ricerca di un tesoro di inestimabile valore. 




Il gioco è suddiviso in nove scenari, dove ci si deve fare strada falciando i numerosi nemici, fino a raggiungere il boss a guardia del pezzo della mappa; una volta completata, il giocatore deve affrontare lo stregone che custodisce il tesoro. Le battaglie con i boss sono abbastanza sbrigative, dato che non sono altro che nemici leggermente più coriacei del solito.




Durante la partita, il giocatore può raccogliere numerosi oggetti; alcuni sono dei bonus che si possono utilizzare in qualsiasi momento, come gli stivali per correre più veloci e saltare più in alto, oppure una scala per raggiungere determinati oggetti posti in luoghi alti, o ancora le bombe, un boomerang e delle sfere di fuocograndi. Altri bonus sono invece utilizzabili solo in determinati punti del gioco, come le ali per volare oppure un casco per nuotare e altri oggetti che facilitano al giocatore certi punti dei livelli. Lungo il tragitto, sono sparse anche delle lettere K; una volta raccolte cinquanta K, donano una vita extra al giocatore. L'ultimo oggetto che si può raccogliere è un globo rosso che potenzia l'attacco di Karnov, facendogli lanciare fino a un massimo di tre palle di fuoco alla volta. 





Il gioco ebbe un buon successo e venne convertito per molte console domestiche, mentre il personaggio di Karnov divenne ben presto la mascotte della Data East, apparendo in molti altri giochi, sia come cameo che come personaggio giocabile. Esiste un gioco di lotta conosciuto fuori dal Giappone e dagli Stati Uniti come Karnov's Revenge -ma il titolo originale sarebbe Fighter's History Dynamite- dove il baffuto sputafuoco russo fa la parte del boss finale.  







La mia personale wish list robotica - prima parte

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Come qualcuno di voi già saprà, io vado matto per i robottoni. Che siano giapponesi o no, poco importa, basta che abbiano un design che consideri figherrimo e già li amo; per questo motivo ho intenzione di fare una lista di tutti i mecha che mi piacerebbe avere nella mia collezione, costellata da Gundam, Daitarn 3, Mazinghi, Jeeg Robot, Goldrake e Transformers vari, più qualche altra chicca robotica di altre serie meno note. Tipo questo, lo Jehuty Vector Cannon della serie di videogiochi Zone of the Enders. Detto questo, benvenuti nella prima parte della mia wish list robotica dove, tra robot che costano un rene e altri molto più a buon mercato, ce n'è per tutti i gusti.



Tsugumori
Direttamente dal manga Knights of Sidonia, del sommo Tsutomu Nihei, lo Tsugumori è uno dei miei mecha moderni preferiti. Un design molto particolare, quasi atipico. Lo adoro.




XXXG-01D2 Gundam Deathscythe Hell
Quando lo vidi per la prima volta da ragazzino ne rimasi folgorato: un robottone con una cazzutissima falce laser e le ali da demone. Perfetto. Nonostante la serie Gundam Wing non sia sicuramente una delle migliori, i modelli di Mobile Suit sono tra i più belli e particolari di tutta la saga. 




 Murasame Liger
Questo lo conoscono davvero in pochissimi da noi, visto che la serie non è mai arrivata in occidente. Una versione cazzutissima del classico Shield Liger, armato però di una gigantesca spada da samurai. 




Geno Breaker
Un Tirannosauro robotico super corazzato, grosso e cattivo. Prima o poi potrei pure aggiungerlo alla mia piccolissima collezione di Zoids, prima però, devo riuscire a trovare una teca abbastanza grande da contenerlo.




Metal Gear Rex
Inizia qui il trittico dei Metal Gear, super belli e super costosi. Praticamente non esiste una versione a prezzi abbastanza modici, specialmente del Rex e del nuovo Sahelanthropus (lo vedrete dopo). Perché? Non lo so, ma l'unico che sono riuscito a trovare ad un prezzo umano è stato il Ray.




Metal Gear Ray
Peccato che il mio kit di montaggio fosse fallato e che all'appello mancasse un pezzo importante per la giunzione del corpo principale col bacino. Quindi, dopo aver tirato giù santi e beati,  ho abbandonato il Metal Gear al suo destino, a prendere polvere in eterno chiuso nella sua scatola. Mavaffanculo.   




 Metal Gear Sahelanthropus
Il Metal Gear del quinto capitolo della saga; praticamente un Rex antropomorfo ancora più bello dell'originale. Se non costasse come un mezzo stipendio ci farei pure un pensierino, ma vendere un polmone per un robot non mi sembra il caso.




Anubis
Direttamente dalla serie di videogiochi Zone of the Enders, creati dallo stesso Kojima di Metal Gear Solid, l'Anubis è un mecha con le fattezze del famoso dio egizio. Oscuro e potente. Proprio come piace a me.

LEGO Digital Designer, la fantasia non ha più limiti

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Se siete appassionati LEGO, sicuramente conoscerete il programma per PC LEGO Digital Designer, o LDD; un software rilasciato gratuitamente dalla stessa LEGO sul loro sito,col quale poter dare sfogo alla propria inventiva e creare qualunque cosa usando i mattoncini danesi, senza spendere un centesimo e senza rovistare nei fustoni dello sfuso alla ricerca del pezzo mancante.


Rilasciato per la prima volta nel 2004, con LDD non ci sono limiti all'inventiva e al numero di pezzi utilizzabili; volendo potrete creare qualsiasi cosa, potendo adoperare ogni tipologia di brick e tutte le sue varianti di colore. 



Una volta finito di costruire il vostro progetto, c'è l'opzione per stamparsi le istruzione per poterlo ricreare dal vero, oltre che la possibilità di effettuare l'ordine dei singoli pezzi direttamente dal servizio Pick a Brick della LEGO. Questo però, lo dovete pagare, che la fantasia è gratis, ma i LEGO veri no. 


Nel 2012, venne fatto un aggiornamento del programma che consentiva addirittura la possibilità di farsi stampare la confezione del set creato, tramite il sito LEGO Design byMe; ma la qualità dei prodotti non era all'altezza delle aspettative e il progetto venne chiuso. 


LDDè il programma perfetto per chi vuole giocare con le costruzioni LEGO senza spendere un centesimo; volendo potreste pure caricare il vostro progetto sul sito LEGO Ideas (ex LEGO CUUSOO), che nel caso piaccia alla gente, tramite un programma di crowdfunding e arrivando a 10.000 voti, verrebbe preso in considerazione dalla stessa azienda per divenire un set vero e proprio da mettere sul mercato. Come nel caso del set del Doctor Who, della Ecto-1 dei Ghostbusters e della mitica DeLorean di Ritorno al Futuro.  





MECHArt, la mostra dei robottoni made in Italy

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Inaugurata domenica 20 marzo, presso l'Associazione Culturale Avamposto Art & Tattoo Studios 
in Via Guido Rossa n.1 a Castel Goffredo (MN) la mostra MECHArt, dedicata alle opere del mecha designer Kallamity; un viaggio tra macchine da guerra e visioni futuristiche della città di Mantova, dove il polo chimico si trasforma in una città fortezza e le architetture del centro storico si fondono in modo armonioso e utopico, dando vita alla fantasiosa Mantro.







La mostra durerà fino a martedì 31 maggio, visitabile tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00; ma non è finita qui, perché questa è solo la prima di una serie di eventi d'arte in programma dai ragazzi dell'Avamposto Art & Tattoo Studios, che hanno voglia di riportare un po' di linfa vitale in questa provincia morta di sonno. Arte a 360°, accessibile a tutti e senza limitazioni: questo vuole essere l'Associazione Avamposto, un luogo dove poter dare sfogo alle proprie idee. Se vi piacciono i robottoni giapponesi e siete da quelle parti, fateci un salto e non ve ne pentirete. 

Venerdì coin-op XLVII

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Bentornati al Venerdì coin-op, la rubrica dedicata ai cabinati da sala giochi più famosi di sempre; oggi vestiremo i panni del techno-ninja più famoso di sempre, sto parlando di: 


Sviluppato e pubblicato da Capcom nel 1989, Strider, in Giappone conosciuto come Strider Hiryū(ストライダー飛竜), è un platform condito da fasi molto frenetiche e combattimenti acrobatici come mai si erano visti prima.



La storia del gioco è ambientata in un ipotetico futuro, nel 2048, dove il malvagio Grandmaster Meioha conquistato il mondo con le sue armate aliene, costruendo una base spaziale tra la Terra e la Luna denominata Third Moon. Il protagonsta, Strider Hiryu, fa parte dell'ultimo baluardo di guerrieri in difesa del pianeta, gli Strider. Il suo compito è quello di sconfiggere le armate nemiche e porre fine alla tirannia di Grandmaster Meio.

Il gameplay del gioco è stato per l'epoca una ventata d'aria fresca, grazie all'agilità del protagonista nell'arrampicarsi, fare capriole e scalare le piattaforme grazie ad un rampino; per non parlare della Falchion, la temibile spada al plasma in grado di affettare i nemici meglio dello Chef Tony. In più, raccogliendo appositi power up, il giocatore ha la possibilità di utilizzare dei piccoli pod che sparano ai nemici mentre ci fluttuano attorno; raccogliendo un terzo power up dello stesso tipo, i tre pod formano una pantera robotica letale per ogni nemico abbia la sfortuna di trovarsela davanti. Infine, raccogliendo un quarto power up, il pod si trasforma in un falco che attacca dall'alto i bersagli per qualche secondo, prima di sparire. 

Nel corso della partita si possono trovare anche altri tipi di bonus, come tre tipi di ideogrammi: Hi (飛, volare) che rigenera una parte d'energia, Ryu (竜, drago) aumenta la barra della vita eHiryu (飛竜, drago volante) che la ricarica completamente. Gli ultimi tre bonus sono invece l'icona della spada, che ne aumenta la potenza ed il raggio d'azione, l'icona del ninjutsu che dona l'invincibilità temporanea e l'icona di Strider per ricevere una vita extra.

Il gioco è suddiviso in cinque livelli, ognuno ambientato in un punto diverso del pianeta eccetto l'ultimo, che invece si svolge a bordo della base spaziale Third Moon. A metà di quasi ogni stage, il giocatore deve affrontare dei temibili semi-boss, per poi finire il livello affrontando i boss veri e propri, fino allo scontro finale con Meio. Er meio der Colosseo.



Strider ebbe un ottimo successo di pubblico, grazie alla sua grafica molto bella e alla giocabilità molto elevata; venne come al solito convertito per molte console domestiche dell'epoca, poi ebbe un seguito ufficiale sulla prima PlayStation e qualche anno fa un remake per le console moderne. Il protagonsita è pure apparso all'interno della serie di picchiaduro Marvel VS Capcom.



 

LEGO BATMAN IL FILM, i primi due esilaranti trailer

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Avete visto il film dei LEGO? Spero proprio di sì, perché il prossimo anno arriverà sui grandi schermi una sorta di spin-off, incentrato sulle vicende del Cavaliere Nero, o in grigio molto scuro, più famoso di sempre, ovvero:

 



Non vedo l'ora. Nananananananana BATMAAAN!

3DNES, emulare in tre dimensioni

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Avete presente il primo Nintendo 8 bit, conosciuto anche come NES? Bene, da qualche tempo potete trasformarlo in un moderno Nintendo 3DS. Più o meno.




Con 3DNES, un emulatore web gratuito utilizzabile esclusivamente col browser Firefox, le vecchie glorie del mitico NES si fanno in tre dimensioni; cliccando qui, è possibile provare la beta del programma. Graficamente ha un suo perché, anche se l'effetto nostalgia mi fa preferire molto di più la bidimensionalità originale, spero comunque che il progetto venga ottimizzato e reso utilizzabile con qualsiasi tipo di ROM, magari pure quelle del Super Nintendo. Sperèm.

 

Miitomo, la prima app Nintendo

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E pure Nintendo si è buttata nel settore delle app mobile, con un prodotto a metà strada tra un videogioco e un social network, ovvero:


Un'app gratuita che non è altro che una versione alleggerita del famoso Tomodachi Life, il simulatore di vita per Nintendo 3DS, in cui ci si crea un proprio Mii (l'avatar Nintendo) per poi farlo interagire all'intero di un mondo digitale con i Mii di altri giocatori. Ma se in Tomodachi Life ci si deve prendere cura del proprio avatar in stile Tamagotchi, Miitomo è reso più semplice e accessibile da tutti; non ci sono minigiochi (al momento), come non ci sono luoghi di ritrovo come ristoranti e locali, ma solo la stanzetta in cui vive il nostro Mii. Certo, con il tempo amplieranno sicuramente il mondo di Miitomo, ma per ora non c'è molta scelta sul cosa fare e non fare, visto che il fulcro dell'app è quello di rispondere alle domande che il nostro Mii o quello dei nostri amici ci pongono, per poi commentare le risposte altrui con un messaggio o cliccando l'icona del cuoricino in segno di approvazione, stile "mi piace". 


La parte più simpatica è certamente la creazione del Mii, che chiunque di voi abbia mai avuto una console moderna Nintendo penso conosca già; in pratica si modella l'avatar secondo i nostri gusti, gli si da un tono di voce adeguato e gli si crea un carattere in base a dei parametri da modificare. Infine c'è la parte dei vestiti, dove si può scegliere tra una svariata serie di costumi e accessori, pagandoli sia con monete del gioco (ricevute tramite premi giornalieri o rispondendo alle domande dei Mii) che con $oldi veri. In sostanza per essere la prima app Nintendo per smartphone non è male, poteva essere sfruttata meglio la parte d'interazione tra i vari Mii, non lasciandola circoscritta al solo rispondere alle domande fatte in modo random, ma sono sicuro che col tempo Miitomo verrà migliorato e ampliato, rendendolo una variante più allegra e simpatica ai classici social network.

XAGAX [capitolo 2]

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Iniziamo col dire che il progetto XAGAX è ancora vivo, anche se avrebbe bisogno del vostro aiuto più che mai per poter avanzare. Se volete scrivere un capitolo vi basta mandarlo al mio indirizzo e-mail, che trovate nelle informazioni personali, nella barra alla vostra destra. Detto questo, di seguito vi mando ai primi due capitoli, quello zero e il primo; per il resto buona lettura.

CAPITOLI:
CAPITOLO 0 
CAPITOLO 1 

 CAPITOLO 2:
 Oltre il tempo e lo spazio 

di Vaander Ral Mehn

Il mio nome è Vaander Ral Mehn e sono l'ultimo dei crononauti, oltre che l'ultimo essere umano esistente, in questo luogo oltre il tempo e lo spazio. Ho iniziato il mio viaggio nell'anno 4357, secondo il nuovo calendario universale; il mio scopo era quello di riuscire a trovare più informazioni possibili a riguardo dell'enigmatico XAGAX, il più grande segreto dell'universo. Per causa sua ho visto interi mondi ridotti in cenere, miliardi di vite spezzate; tutto per la brama di potere degli uomini dalla maschera d'oro. Ovunque andassi, in qualsiasi epoca e dimensione, loro tramavano nell'ombra. Per questo motivo ho deciso di mandare questo messaggio in ogni luogo del multiverso, impresso all'interno del mio stesso codice genetico, affinché i miei avi e tutti i loro possibili discendenti sappiano del pericolo che XAGAX rappresenta per l'esistenza stessa del tutto. Chiunque siano gli uomini dalla maschera d'oro, non potranno mai riuscire a controllare così tanto potere; quello che rappresenta XAGAX va al di là di ogni umana comprensione, per questo devono essere fermati, perché non hanno idea di quello che stanno causando e che continuano a causare. Nel mio lungo viaggio, ho visto però una piccola speranza, l'unica possibilità che ha l'umanità di potersi salvare: sulla Terra esiste un frammento infinitesimale del potere di XAGAX, trovandolo prima degli uomini dalla maschera d'oro si potrebbe salvaguardare l'esistenza di ogni cosa. Bisogna trovare lo XAGAX-RAL-YAL.

Saturday Night Beer

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Eccoci qui, al primo appuntamento con la nuova rubrica Saturday Night Beer, ovvero"la birra del sabato sera". Perché sì, la birra è sempre buona, ma il sabato sera ancora di più; essendo che di birre ne esistono miliardi, di svariate tipologie e varianti, per semplificare le cose ogni Saturday Night Beer parlerà di una birra diversa qualunque, l'importante è che l'abbia assaggiata personalmente almeno una volta. Ovviamente, non consideratela come se fosse pubblicità, ma più come una recensione. Detto ciò, diamo ufficialmente il via al Saturday Night Beer con:


La Delirium Tremens, una Ale Belga creata nel 1988 e prodotta dal birrificio Huyghe a Melle, in Belgio. Ha un colore dorato e un gusto equilibrato e fruttato, la schiuma è abbondante ma leggera, mentre la gradazione alcolica è di 9° vol.; non leggerissima certo, ma accompagnata da un paninazzo è la fine del mondo. In alternativa un tagliere di formaggi e salumi va più che bene.


La Delirium Tremens è realizzata utilizzando le qualità migliori di luppoli Saaz e Styrian, facendola poi fermentare con ben tre diversi tipi di lievito: per questo motivo nel 1998 è stata dichiarata la birra più buona del mondo. Una particolarità delle Delirium (perché ne esistono diverse tipologie) è soprattutto la bottiglia in ceramica, oltre ovviamente al famosissimo elefantino rosa, logo storico delle Delirium.

Max Factory Figma #254: Knights of Sidonia: Tsugumori - La Fotorecensione

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Rieccoci qui con una nuova Fotorecensione, questa volta incentrata su di un prodotto di cui avevo già parlato qualche settimana fa, precisamente nella prima parte della mia qish list robotica. Bene, dopo settimane di lunga attesa, è finalmente arrivato dal Giappone il mio Tsugumori tratto dalla serie animata di Knights of Sidonia, l'ultimo manga del maestro Tsutomu Nihei. Bello come immaginavo? Sì, anche di più forse.


Questa è la versione della Max Factory, precisamente l'uscita #254 della serie Figma. La scatola è molto sobria, niente disegni o loghi giganti.



Sul retro sono presenti delle foto che mostrano le varie pose in cui lo si può impostare, più quella assieme alla versione alternativa del robottone.



Oltre ai pezzi che compongono il piedistallo e le istruzioni, è presente pure un nutrito set di mani e un perno di scorta, nel caso si rompa uno di quelli presenti nei polsi del mecha. Da notare la busta con la scritta Figma, che serve a contenere i vari pezzi o parti che non vengono usate per evitare che vadano persi.



Una volta liberato dall'imballaggio, lo Tsugumori si presenta così, al naturale, senza il propulsore sulla schiena e con la testa standard.


Eccolo invece con il propulsore; la punta può essere cambiata con una molto più lunga, per configurarlo nella "formazione del palmo", una modalità di volo che viene utilizzata nel manga.



Questa è invece la seconda testa presente nella confezione, con il "muso aperto".



Una delle armi più famose di Knights of Sidonia è la lancia Kabizashi; volendo è possibile attaccarci un pezzo del corpo di un Gauna, i nemici dell'opera originale, anch'esso presente nella confezione.


La seconda arma è il Super High Speed Ballistics Acceleration Device, un super fucilone in pratica.


Per finire si possono attaccare all'avambraccio le High-Frequency Blade, che però non mi convincono.



Di foto in pose stilose non ho avuto modo di farle, per via del poco tempo che avevo a disposizione per finire la Fotorecensione, comunque sono molto soddisfatto del mio nuovo robottone. Il rapporto qualità-prezzo è soddisfacente, io l'ho pagato poco più di una quarantina di Euro, mi è costata quasi di più la dogana che tutto il resto. Purtroppo l'ho visto in vendita qui in Italia a prezzi folli, per cui consiglio a chi lo volesse recuperare di guardare prima sui siti on-line. Lo Tsugumori ha una linea molto particolare, molto diversa dai classici mecha, ed è per questo motivo che mi è piaciuto da subito, in più la Max Factory ha fatto un ottimo lavoro, senza tralasciare nessun dettaglio nello sculpting. Ottimo affare.

Doctor Strange, il primo trailer del nuovo film Marvel

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Un po' Inception, un po' Batman Begins, ecco a voi il primo trailer italiano del film dedicato al Dottor Strange, interpretato dall'attore Benedict Timothy Carlton Cumberbatch, per gli amici "quello di Sherlock".


Portare sul grande schermo il Dottor Strange non è sicuramente una cosa facile, ma staremo a vedere cosa ne salterà fuori, io ne sono comunque fiducioso.

Godzilla: Resurgence, il primo devastante trailer

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E con grande sorpresa di tutti, ecco spuntare il primo trailer di Godzilla: Resurgence, il prossimo film giapponese del kaiju più famoso di sempre.


Per la prima volta, Godzilla non sarà un dinosauro gigante, ma una creatura raccapricciante e deforme. E mi piace. Certo, è completamente diverso da ogni sua incarnazione passata, più oscuro e malvagio, più creepy; un nuovo Godzilla lontano anni luce dai suoi predecessori, più umanizzati nei comportamenti e gradevoli nell'aspetto. Il suo ruggito scuoterà i cinema nipponici il 29 luglio di quest'anno, mentre dalle nostre parti non ce ne accorgeremo nemmeno.


Una rubrica paranormale?

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E se dessi vita ad una piccola rubrica sul paranormale? Magari raccontando le mie esperienze o quelle raccontatemi da altri? Magari volendo pure le vostre, sempre che abbiate voglia di condividerle con tutti. L'idea mi è venuta in mente qualche tempo fa per colpa del collega Miki Moz, che in un suo post recente ha raccontato di quel periodo in cui era una piccola Bestia di Satana. Sapete no, tipo ascoltare le canzoni dei Litfiba al contrario o cercare di contattare il parente defunto per ricevere i numeri del Lotto. Cose del genere, ma poi il discorso è un pochino traviato nei commenti e si è finito per parlare di fenomeni paranormali e vicende ai confini della realtà. Quindi mi sono detto: perché non dare vita a una piccola rubrica apposita? Ditemi, vi piacerebbe leggere o raccontare delle esperienze fuori dal comune?

Venerdì coin-op XLVIII

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Dopo qualche settimana, ecco che torna il Venerdì coin-op, la rubrica sui vecchi cabinati da sala giochi. Oggi vi parlerò di uno dei miei coin-op preferiti; vi sentite pronti a fronteggiare una schiera di Xenomorfi con:


Sviluppato e prodotto da Capcom nel 1994, Alien vs. Predator è un esponente del genere beat'em up: ovvero un picchiaduro a scorrimento in cui si prendono a pizze in faccia i nemici come se non ci fosse un domani.



La storia del gioco parte dalla città californiana di San Drad, dove i due protagonisti del gioco, il Maggiore Dutch Schaefer e il Tenente Linn Kurosawa, sono rimasti separati dal resto dei Colonial Marines dopo l'attacco alla Terra da parte dei famelici Xenomorfi. A un passo dalla fine però, a salvargli la pelle arrivano due Predator, nemici giurati dei famosi alieni di Giger: insieme formeranno quindi l'unica squadra di combattenti in grado di spaccareilculo alla minaccia Xenomorfa.  



Come ho appena scritto, i personaggi selezionabili sono quattro:

Maggiore  Dutch Schaefer - Un cyborg che ha perso un braccio in battaglia contro gli Xenomorfi, al suo posto ha ora un cannone.
Tenente Linn Kurosawa - Anche lei un cyborg, la sua arma secondaria è una katana.
Predator Hunter - Come suggerisce il nome, questo giovane predator è specificato nella caccia. 
Predator Warrior - Un valoroso guerriero alieno, meno forte ma più abile nel combattere rispetto al Predator Hunter.

 
Il gioco è suddiviso in sette stage, seguendo un percorso che parte dalla città di San Drad, per poi spostarsi nel suo sottosuolo, proseguendo a bordo del mitico APC (Armored Personnel Carrier), il veicolo blindato visto nella saga di Aliens. Il viaggio continua poi nell'alveare della regina aliena, dove il giocatore deve farsi strada tra Xenomorfi e umani infettati, per poi scoprire che dietro all'attacco dei famelici alieni si nasconde l'esercito della Wayland-Yutani Corporation, altro nome legato all'universo di Alien. Una volta scoperto il motivo per cui sono giunti sulla Terra gli alieni, l'avventura prosegue nei laboratori segreti della Wayland-Yutani, dove i Predator vengono usati come cavie, per poi ritrovarsi a bordo di una stazione spaziale per affrontare nuovamente la regina aliena, pronta a tutto per vendicarsi della morte dei suoi figli.




Ogni personaggio dispone di un buon numero di mosse, da combinare tra loro per efettuare colpi ancora più potenti, oltre all'immancabile mossa speciale. I nemici presenti nel gioco variano dai classici Xenomorfi a quelli di specie diverse, space marines, umani infetti e Predator modificati in laboratorio. Gli scontri con i boss di fine livello non sono mai troppo ostici, specialmente se affrontati con più giocatori; il massimo di personaggi giocati è tre, anche se un cabinato per quattro sarebbe stato perfetto.



Lungo i livelli si possono trovare molti tipi di bonus, come armi da mischia e fucili di vario genere, cibo per recuperare la vita e gioielli o vari tipi di oggetti di valore per accumulare punti bonus. Come ogni beat'em up che si rispetti, anche in Alien vs. Predator si possono rompere oggetti dello scenario, come lampioni, casse di legno, segnali stradali e barili.


Nonostante il grande successo del gioco, non venne mai creata una sua versione per console domestiche, rimanendo relegato al solo formato da sala. Purtroppo. Inizialmente il progetto era nato per accompagnare l'uscita di un fantomatico film omonimo, che tra continui ritardi e problemi di produzione è uscito nel 2004, dieci anni dopo che la Capcom ha sfornato questo gioiellino, che nulla ha in comune con la pellicola di Paul W. S. Anderson. Per fortuna. Dall'idea del gioco di unire sotto lo stesso tetto le due specie aliene rivali è nata una prolifica serie a fumetti, pubblicata in America dalla Dark Horse.





Scusate il ritardo

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Scusate il ritardo dei miei post, ma con il lavoro ho davvero poco tempo da dedicare al blog, se poi ci mettiamo i week-end in cui ho mille cose da fare, mi risulta davvero difficile trovare il momento per scrivere. Comunque, visto che non ho preparato nulla per voi, facciamo una cosa diversa dal solito: ditemi voi qualcosa, scrivete nei commenti quello che vi passa per la testa, cosa avete o non avete fatto in questi giorni, se siete andati da qualche parte, se avete letto un libro che vi è piaciuto o visto un film interessante. Per scusarmi del disagio vi allego una foto di una bella ragazza, giusto così, per rifarvi gli occhi. 

 
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